mercoledì 12 dicembre 2007

Il nostro comportamento


"...in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.
Comportatevi come figli di luce!". (Efesini 5:8)



Il comportamento dell'uomo potrebbe essere definito:
"la finestra dell'anima".
Non è la maniera con cui reagiamo quando abbiamo avuto abbastanza tempo per riflettere riguardo ad una situazione, bensì la maniera in cui lo facciamo quando non abbiamo tempo di pensare, e possiamo dare solo una risposta.
Di solito, le circostanze che si presentano durante un normale giorno di lavoro non ci modellano, tantomeno ci distruggono; ci rivelano semplicemente chi siamo.
Dedichiamo molto tempo ad imparare come reagire; così diventiamo bravi attori ma, quando si presenta qualcosa di inatteso e dobbiamo reagire rapidamente, la nostra 'rappresentazione' è quasi sempre messa da parte e la risposta viene dal nostro intimo.
In passato, William Sangster, fu una figura pubblica molto amata in Inghilterra.
Molti però non sapevano che lui lottasse contro la distrofia muscolare progressiva.
Nonostante la sua malattia avanzasse, lui servì correttamente e con spirito nobile, dimostrando un comportamento positivo e vincente, al punto di essere noto in tutto il mondo di lingua inglese per ciò che lui definì:
"I miei 4 propositi"
- Non mi lamenterò mai;
- Farò splendere sempre la mia luce;
- Testimonierò delle mie benedizioni;
- Trasformerò le mie perdite in profitti.
Qualcuno ha detto:
"Sono convinto che il 10% della vita è ciò che mi accade, ma il 90% è come reagisco io a tutto questo".
Siamo responsabili del nostro comportamento!

martedì 11 dicembre 2007

Ama la vita


"Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". (Giovanni 14:6)



Ama la vita, goditi quello che ti offre;
non lasciarti abbattere dai dispiaceri.
Lascia che l'amore bussi alla tua porta
non negargli l'opportunità di coprirti l'anima.
Chi dice che la vita è facile?
E' difficile, perchè a volte vivi momenti di gioia o di tristezza,
ma sappi che, dopo il temporale viene la quiete...
Se oggi ti senti depresso, ti comprendo,
ma non lasciarti soffocare dalle grandi pene.
Osserva per te la vita come passa,
ed abbi fede in ogni situazione,
per qualunque cosa succeda...
Se oggi piangi, lascia scorrere ogni lacrima,
non avere vergogna di farlo
solo sfogando le tue sofferenze,
ti scende la pace nel cuore.
Ama la vita, apprezza le cose belle e le brutte.
Impara a stimare l'amore che ci circonda,
perchè ci saranno sempre persone che ti amano,
solo che non ce ne rendiamo conto.
Se oggi qualcuno bussa alla tua porta,
non chiudere la porta all'amore e all'amicizia,
sono sentimenti con un valore infinito
che nienete e nessuno può comprare.
Ama la vita, impara a viverla con i suoi alti e bassi,
abbiamo una sola vita, e bisogna imparare a stimarla...
Siamo benedetti a stare qui nel mondo in cui viviamo
con un proposito ed una nuova speranza...
Ama la vita, amala ogni istante...
Ama Gesù: la Vera Vita!

domenica 9 dicembre 2007

I due fratelli


Il Signor Gesù disse: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere". (Atti 20:35)



Due fratelli, uno di cinque anni e l'altro di dieci, vestiti di stracci, continuavano a chiedere un pò di cibo per le case della strada che circondava la collina.
Erano affamati, ma non riuscirono ad ottenere niente, i loro tentativi frustanti li rattistavano.
Finalmente, una signora diede loro una bottiglia di latte.
Che festa per i due bambini!
Allora si sedettero sul marciapiede, e il più piccolo disse a quello di dieci anni:
"Tu sei il maggiore, bevi per primo..."
e lo guardava coi suoi denti bianchi, con la bocca mezza aperta.
Il grande si portò la bottiglia alla bocca e, facendo finta di bere, stringeva le labbra per non far entrare nemmeno una sola goccia di latte.
Poi passò la bottiglia al fratellino che, dando un sorso, esclamò:
"Com'è saporito!".
Poi fu di nuovo il turno del maggiore.
Anche questa volta si portò la bottiglia alla bocca, ormai già quasi mezza vuota, ma non bevve niente.
E fecero così finchè il latte non finì.
A quel punto il fratello maggiore, benchè con lo stomaco vuoto ma col cuore traboccante di gioia, cominciò a cantare e a danzare.
Saltava con la semplicità di chi non fa niente di straordinario, o ancora meglio, con la semplicità di chi è abituato a fare cose straordinarie senza dargli importanza.
Noi che viviamo in un mondo di agiatezze, possiamo imparare una grande lezione da quel ragazzo:
"Chi dà è più felice di chi riceve".

sabato 8 dicembre 2007

La casa dei mille cagnolini


"Perchè quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinchè egli sia il primogenito tra molti fratelli". (Romani 8:29)



Tempo fa, in un paese piccolo e lontano, c'era una casa abbandonata.
Un giorno, un cagnolino, cercando rifugio dal sole, entrò in quella casa, e una volta dentro arrivò in una stanza dove c'erano mille cagnolini.
Contento di vedere tanti amici, rizzò le orecchie e scodinzolò felice, e tutti i cagnolini fecero come lui.
Quando uscì dalla casa pensò:
"Tornerò spesso qui, ci sono tanti cagnolini felici come me, che bel posto!".
Poco dopo, un'altro cagnolino randagio entrò nella stessa casa, ma a differenza dell'altro cagnolino, vedendo gli altri mille cagnolini, si sentì minacciato poichè lo stavano fissando in maniera aggressiva.
Cominciò a ringhiare ed abbaiare, e tutti i mille cagnolini, fecero lo stesso; allora scappò via di corsa e disse fra sè e sè :
"Che posto orribile è questo, non ci tornerò mai più!".
Ovviamente, nessuno dei due cani sapeva leggere, ma fuori al giardino della casa c'era un cartello che diceva:
"Ben venuti alla casa dei mille specchi".
Possiamo paragonare tutti i volti delle persone del mondo a degli specchi che riflettono il nostro volto.
Perciò, siamo noi a decidere quale volto vogliamo che gli altri portino, e a seconda del volto che noi mostriamo, tale volto vedremo riflesso negli altri.
Il riflesso dei nostri gesti e delle nostre azioni è quello che proiettiamo agli altri.
Siamo responsabili del volto che portiamo:
se portiamo allegria, gioia di vivere e bontà, ci sarà restituita allo stesso modo.
Se portiamo tristezza, paura, cattiveria... anche queste ci saranno restituite.

venerdì 7 dicembre 2007

La scala


"Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinchè vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli".



Un falegname si recava tutti i giorni sulla montagna per pregare.
Un giorno decise di costruirsi una scala per poter salire più velocemente, in modo da poter poi guadagnare tempo da dedicare a Dio.
Mentre costruiva la scala, passò di lì un vicino che gli chiese:
"Mi daresti una piccola parte della tua scala, a casa non ho un tavolo e ne vorrei almeno uno piccolo per i bambini?"
Il falegname rimase un pò perplesso, ma poi gliene diede un pezzo.
Il vicino lo ringraziò ed andò via contento.
Dopo un pò venne un'altra persona e gli spiegò:
"Se mi regali alcuni scalini, posso riscaldare per una sera i miei figli".
Senza indugiare, il falegname glieli regalò.
Così l'uomo tornò a casa contento, e il falegname continuò a lavorare alla sua opera.
Poi passò di lì una povera donna che gli chiese:
"Mi regaleresti un pò di legna, così potrò riparare parte del tetto che è rimasta danneggiata durante un forte temporale?".
Il buon falegname senza pensarci due volte, gliene diede un bel pò, e la donna si allontanò contenta e grata.
In quel duro tempo di freddo e fame, in molti andarono da quel buon falegname.
Quando una sera tornò a casa, l'uomo disse alla moglie:
"Ho costruito questa scala per essere più vicino a Dio".
La moglie lo interruppe:
"Non capisco, lavori ogni giorno per costruirla, ma a fine giornata è come se non avessi fatto niente.
Ma perchè regali i pezzi?"
Con gli occhi che gli brillavano, il falegname rispose:
"Cara è vero, la mia scala è sempre più piccola, ma ogni giorno mi sento sempre più vicino al cielo!".

La mezza coperta


"Onora tuo padre e tua madre, affinchè i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio ti dà". (Esodo 20:12)



Rocco, ormai vedovo e avanti nell'età, viveva da solo coi suoi ricordi.
Per tutta la vita aveva lavorato duramente per portare avanti la famiglia, e il suo più gran desiderio era stato quello di vedere il figlio diventare un uomo onesto.
Nella sua vecchiaia, Rocco sperava che il figlio, brillante professionista, gli offrisse il suo appoggio e comprensione; invece, vedeva che i giorni passavano e il figlio lo andava a trovare sempre più di rado.
Allora, per la prima volta in vita sua, decise di chiedere un favore al figlio; lo pregò di accoglierlo a vivere a casa sua.
Il figlio non ne fu molto contento e trovò varie scuse fra cui quella che non aveva posto.
Ma il padre disse che non avrebbe dato fastidio e che avrebbe dormito benissimo anche in veranda.
Non avendo altre scuse, chiamò Luis, suo figlio di 12 anni, e gli chiese di portare al nonno una coperta per potersi riparare dal freddo mentre avrebbe dormito in veranda.
Luis andò a prendere la coperta, ma prese anche delle forbici.
Poi, tagliata in due la coperta, ne diede una parte al nonno e teneva l'altra in mano.
-Cosa hai fatto Luis?
Perchè hai tagliato in due la coperta del nonno?
-Sai papà, stavo pensando di conservare questa mezza coperta.
Forse un giorno, quando sarai vecchio, verrai a stare a casa mia, perciò potresti averne bisogno anche tu per dormire nella mia veranda...

martedì 4 dicembre 2007

La pace perfetta


"Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi".



C'era una volta un re che avrebbe offerto un gran premio all'artista che sarebbe riuscito a captare in una pittura la pace perfetta.
Molti artisti tentarono, e il re osservò ed ammirò tutte le pitture; però ci furono solamente due quadri che a lui piacquero realmente e dovette scegliere tra essi.
Il primo rappresentava un lago molto tranquillo, uno specchio perfetto dove si riflettevano alcune piacevoli montagne che lo circondavano.
Su di esse spiccava un cielo molto azzurro con tenui nuvole bianche.
Tutti coloro che videro quel quadro pensarono che riflettesse la pace perfetta.
Anche il secondo quadro raffigurava delle montagne.
Queste però erano coperte da un cielo furioso, dal quale cadeva un impetuoso acquazzone con lampi e tuoni.
Sotto la montagna sembrava rimbombare uno schiumoso torrente d'acqua.
Il tutto non si rivelava per niente la cosa più pacifica.
Eppure, quando il re l'osservò accuratamente, notò dietro la cascata un delicato arbusto che spuntava da una fessura nella roccia.
Su quell'arbusto, dietro la cascata imponente e rumorosa, era appoggiato un nido nel quale cinquettava placido un uccellino.
Il re scelse il secondo quadro, spiegando che:
"Pace non significa stare in un posto senza rumori, senza problemi.
Pace significa che, malgrado tutto, restiamo calmi nel nostro cuore".
E' proprio così!
E' questo il vero significato della pace; ma quel genere di pace solo Dio può darla!

lunedì 3 dicembre 2007

La larga gola del boa


"Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo". (2 Corinzi 11:3)



Brian Heptinstall disse a Tim, suo figlio di due anni :
"Gioca qui nel cortile, e non t'allontanare!".
Era una bella giornata calda, e nella giungla di Choma, Zambia, Africa c'era una strana quiete.
All'improvviso Brian notò l'assenza del bambino.
Subito corse a cercarlo nella giungla e , quello che vide lì, lo paralizzò; un boa costrittore lungo più di tre metri si stava divorando il piccolo.
Il padre, armatosi d'ascia, riuscì ad ammazzare il serpente e a riscattare suo figlio.
Il bambino soffrì alcune fratture, oltre ad un grande spavento ma, grazie a Dio, era vivo.
Dev'essere proprio un'esperienza orribile sentirsi inghiottiti vivi da un mostro di quella natura.
Ma cosa dire di altri mostri, altri serpenti, come ad esempio:
la droga, l'immoralità, il libertinaggio, ecc.. , mostri che stanno divorando tanti ragazzi, a volte davanti agli occhi e all'indifferenza di molti, e talvolta addirittura con la complicità dei propri genitori?
Se i genitori non esercitano una vigilanza costante, sapiente ed amorevole, verrà il giorno in cui, quando meno se l'aspettano, i propri figli ne saranno inquinati.
Bisogna vigilare e trasmettere ai nostri figli una forte e solida convinzione morale, convinzione che si può ottenere soltando quando Cristo è il Signore della nostra vita.
Lui vuole essere il nostro Salvatore, e soltanto Cristo potrà salvarci da qualunque
"boa costrittore".

domenica 2 dicembre 2007

Qualcuno ti capisce


"Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale... svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini". (Filippesi 2:5,7)



Una mattina un uomo inchiodò ad un albero un annuncio che diceva:
"Vendo cuccioli di razza".
Non finì di mettere l'annuncio, che una timida voce gli disse che voleva comprare uno dei cuccioli e se bastavano le monete che gli mostrava.
"Certamente!" rispose l'uomo.
Arrivando al suo giardino, l'uomo fischiò e i cuccioli, con la loro mamma, uscirono correndo verso l'uomo.
Che gioia incontenibile fu per quel bambino, attorniato dai cuccioli che volevano giocare.
Ma il bambino si rese conto che un altro cucciolo stava arrivando, voleva raggiungere il gruppo e lo faceva con tanta fatica, perchè gli mancava una zampa.
"Voglio quello!", disse il bambino.
L'uomo si inginocchiò accanto al bimbo e gli disse:
"Non ti conviene prenderti questo cucciolo, non potrà mai correre e giocare con te".
Allora il bambino, facendo un passo indietro, si chinò e alzò l'orlo del suo pantalone e mostrò all'uomo la sua gamba ortopedica, con viti che tenevano una scarpa speciale.
Guardando l'uomo il bambino disse:
"Come può vedere nemmeno io posso correre molto bene, quindi il cucciolo avrà bisogno di qualcuno che lo capisca".
Che buon cuore aveva quel bambino!
Fin dall'infanzia la vita gli aveva insegnato ad essere comprensivo con gli altri.
Cari lettori, il mondo è pieno di persone che hanno bisogno di qualcuno che li comprenda.
Dio, il nostro Creatore, lo ha sempre saputo, perciò ci ha inviato Suo Figlio Gesù Cristo, perchè divenisse uomo e così s'identificasse con noi nelle nostre limitazioni umane.
Permise che il Suo corpo fosse maltrattato e inchiodato su una croce, affinchè tutti noi un giorno potessimo avere un corpo completamente sano e glorificato.
Nessuno può capire l'uomo più di Gesù Cristo fattosi uomo.

mercoledì 28 novembre 2007

Il falegname


"Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; e noi vi esortiamo per amore di Cristo:
Siate riconciliati con Dio". (2Corinzi 5:20)


Due fratelli vivevano in due fattorie adiacenti.
Un giorno ebbero il primo litigio serio in 40 anni di quieto vicinato, di macchinari, lavoro e beni condivisi.
All'improvviso tutto terminò.
Era iniziato tutto con uno scambio di parole amare seguite da settimane di silenzio.
Una mattina, qualcuno bussò alla porta del fratello maggiore, che aprì, e lì davanti a lui c'era un falegname con una cassetta di attrezzi.
"Cerco lavoro per pochi giorni", disse, "forse avete qualche lavoro per me qui, potrei aiutarvi?"
"Si", disse il fratello maggiore, "ho un lavoro per te.
Vedi quella voragine nella fattoria?
L'ha fatta il mio vicino, che in realtà è mio fratello minore.
La scorsa settimana c'era un campo di fiori tra le due fattorie, ma lui ha preso il trattore e ha arato il campo, creando questa grande voragine.
Certamente io non lo tratterò meglio!
Vedi quel legname là?" disse l'uomo al falegname, "Voglio che tu costruisca un recinto così alto, che non mi permetta più di vedere quel posto; gliela farò pagare!"
"Ho capito molto bene la situazione", disse il falegname che si mise al lavoro e lavorò per tutto il giorno misurando, segando e inchiodando.
Al tramonto aveva finito il lavoro e, quando il contadino tornò, non vide nessun recinto, solo un ponte, un ponte che si stendeva da una parte all'altra; un lavoro fatto a opera d'arte!
In quel momento vide suo fratello minore che attraversava di corsa quel ponte a braccia aperte.
Avvicinatosi al fratello maggiore gli disse:
"Hai avuto proprio coraggio a costruire questo ponte dopo quello che ti ho detto e quello che ti ho fatto!"
I due si perdonarono a vicenda e si abbracciarono, poi, voltatosi dietro, videro il falegname prendere la sua cassetta d'attrezzi per andarsene.
"No aspetta!
Resta ancora qualche giorno, ho altri lavori per te", disse il fratello maggiore al falegname.
"Mi piacerebbe restare", rispose il falegname, "ma ho molti altri ponti da costruire".
E tu, come stai spendendo il tuo tempo, stai costruendo ponti o stai erigendo recinti?

martedì 27 novembre 2007

I due lupi


"Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene". (Romani 12 :21)



Un vecchio capo tribù indiano stava parlando ai suoi nipotini riguardo alla vita, e all'importanza di avere sani valori.
Disse loro:
"Dentro di me ci sono come due lupi che litigano; uno è il lupo della malvagità, della paura, dell'ira, dell'invidia, del dolore, del rancore, dell'avarizia, dell'arroganza, del risentimento, dell'inferiorità, delle bugie, dell'orgoglio, della competenza, della superiorità, dell'egocentrismo.
L'altro è il lupo della bontà, della gioia, della pace, dell'amore, della rassicurazione, della serenità, dell'umiltà, della dolcezza, della generosità, della benevolenza, dell'amicizia, della simpatia, della verità, della compassione e della fede.
E sapete, io credo che questa stessa lotta avviene all'interno di ogni essere della terra".
I ragazzi rimasero pensierosi, ed uno di loro domandò al nonno:
"Nonno, quale lupo vincerà?".
Il vecchio capo tribù indiano rispose semplicemente:
"Vincerà il lupo a cui darai da mangiare!".
Caro lettore, che grande verità in questo aneddoto.
E' proprio vero, in ognuno di noi ci sono tutti questi sentimenti, sia belli che brutti; essi sono come delle bestie affamate e , a seconda di chi alimenteremo, l'altro deperirà e morirà.
Tu quale lupo vuoi alimentare e vuoi far crescere dentro di te:
Quello della malvagità, o quello del bene?

lunedì 26 novembre 2007

Salvato da... un inno


"Il Signore è il mio pastore... Qand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perchè tu sei con me". (Salmi 23:1, 4)



Era il 1862, e negli USA imperversava la guerra civile.
Due gruppi nemici si erano ritirati nei rispettivi accampamenti per passare la notte.
Il soldato Ira Sankey, che si trovava di guardia, si distrasse e cominciò a contemplare il maestoso cielo stellato.
Uno dei soldati nemici se ne accorse e preparò il fucile per sparargli.
Sankey, che era credente, alzò gli occhi al cielo e cominciò a cantare:
"Cristo, mio Pastore, guida i passi miei nel Tuo amore; prenditi cura della mia anima, proteggila, oh Salvatore".
Nell'ascoltare quell'inno una sensazione strana s'impadronì dell'uomo.
Conosceva molto bene quella melodia e quelle parole, le aveva sentite da sua madre!
Quando Sankey arrivò alla strofa che dice:
"Tuoi siamo, fedele Amico, sei tu il nostro difensore; proteggi il tuo gregge in questo mondo di peccato", il soldato, commosso, mise da parte l'arma e ascoltò con attenzione fino alla fine.
Finita la guerra, passarono tredici anni, e il soldato conservava il ricordo di quella notte.
Alla Vigilia di Natale del 1875, mentre era in viaggio, sentì le note di quella memorabile melodia.
Quale fu la sorpresa nel vedere che a cantarla era lo stesso uomo di quella notte!
Sankey cantava durante le campagne evangelistiche del famoso Dwight Moody, e quella sera si sentì di cantare il vecchio inno "Cristo , mio Pastore".
Non appena finì di cantare, il veterano gli si avvicinò, si presentò, e gli raccontò come tredici anni prima quell'inno gli avesse impedito di sparargli, salvandogli la vita.
Sankey colse l'occasione per parlargli di Gesù, ed ebbe la gioia di vedere che il suo vecchio nemico diventava suo amico e amico di Dio.

domenica 25 novembre 2007

Guarda verso l'alto


"Alzo gli occhi verso i monti... Da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra". (Salmi 121:1,2)




Se collochi un falco in un recinto di un metro quadrato interamente aperto sopra, il rapace, nonostante la sua abilità per il volo, resterà prigioniero.
Il motivo di ciò è perchè un falco comincia sempre il suo volo con una piccola rincorsa a terra.
Senza spazio per correre, non cercherà neanche di volare, e rimarrà prigioniero per il resto della vita in quel recinto.
Il pipistrello, notevolmente agile in aria, non riesce ad uscire da un posto piano.
Se viene messo in un piano senza appigli, tutto quello che riesce a fare è camminare in modo confuso e doloroso, cercando qualche leggera elevazione dove possa aggrapparsi.
Se un fuco cade dentro ad un fiasco aperto, vi rimane fino alla morte.
Non riesce a vedere l'uscita dall'alto, per questo motivo, insiste nel cercare di uscire dai lati.
Vuole cercarsi una via di fuga dove non esiste, fino a rovinarsi completamente a furia di battersi contro il fondo del fiasco.
Esistono persone che agiscono proprio allo stesso modo e, come i falchi, i pipistrelli o i fuchi, si schiantano ostinatamente contro gli ostacoli, senza percepire che l'uscita è molto vicina, proprio sopra di loro.
Caro lettore, se in qualche momento della tua vita ti troverai in una situazione come quella del falco, del pipistrello o del fuco, chiuso dappertutto nei problemi, senza unn'apparente via d'uscita... guarda verso l'alto, lì ci sarà Dio pronto ad aiutarti!

sabato 24 novembre 2007

Suicidio inutile



"Infatti io sono persuaso che nè morte nè vita nè angeli nè principati nè potenze nè cose presenti nè cose future... potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore". (Romani 8:38,39)



Era il titolo che riportava un giornale locale raccontando una storia più che incredibile, tremendamente tragica.
Un uomo aveva ricevuto la notizia che la moglie e i figli erano morti in un incidente.
L'inaspettata notizia procurò nell'uomo una profonda crisi che lo portò al suicidio immediato.
L'incredibile è che non era stata la sua famiglia a morire in quell'incidente.
Questo fatto ci lascia amarezza e tristezza nel cuore.
Un uomo perbene, che aveva dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro, ricevette una notizia troppo pesante, inaspettata e falsa, e si tolse la vita.
Fu un 'suicidio inutile'.
Nonostante ciò ci domandiamo:
Ma forse c'è qualche suicidio utile?
Possono esserci pure dei suicidi che abbiano alla base una buona ragione, tuttavia, qualunque sia la causa, non sarà mai sufficiente a giustificarlo.
Perchè e per chi può essere utile un suicidio?
Qualcuno dirà:
"E' utile a chi si toglie la vita, perchè scappa dai problemi e dalle sofferenze".
Non c'è niente di più falso di questo argomento:
il suicidio è l'unica cosa che lega le mani a Dio; infatti, Lui può aiutare anche all'ultimo istante chi è disperato.
Il suicida un giorno risusciterà per affrontare il più grande problema:
il suo destino eterno.
No, nessun suicidio è utile, nè all'uomo nè alla famiglia nè alla società.
Ciò che è utile, invece, è il trionfo sulla depressione, sulla disperazione e su ogni idea suicida.
Ciò che è utile, immensamente utile, è la vittoria morale che significa non togliersi la vita, ma cercare in Cristo la soluzione al problema che opprime la tua vita.
Cristo ti può dare la vittoria anche all'ultimo minuto!

venerdì 23 novembre 2007

Bontà ricompensata


"E chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli, perchè è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio". (Matteo 10:42)



Quando il celebre musicista Haydn era bambino, l'organista della cattedrale di Vienna lo chiamò a cantare nel coro, dandogli anche alloggio perchè orfano.
Quando il ragazzo divenne adolescente, e gli avvenne la caratteristica muta della voce dovuta all'età, allora l'organista lo licenziò nel modo più crudele.
Prendendo come scusa una leggera marachella del ragazzo, lo cacciò di casa in una fredda giornata di novembre, alle sette di sera, lasciandolo con un vestito leggero e senza un solo centesimo in tasca.
Affrontando i rischi della strada a quell'ora, e senza nessun mezzo dove poter trovare riparo, si stese su una panchina di pietra, dove passò la notte.
Un suo amico povero, musicista di mestiere, che si chiamava Spengler, la mattina seguente lo trovò e , benchè vivesse insieme a sua moglie in un monolocale, offrì al povero orfano un angolo della sua mansarda, uno sgabello alla sua mensa, un misero letto e una sedia.
Passarono solo pochi anni e Spengler ebbe molto per cui ringraziare Dio per il proprio atto di generosità.
Infatti, Haydn, elevatosi grazie al suo dono musicale, potè ricompensarlo mettendolo come tenore principale nella cappella del principe Sterhazy.
E' proprio vero quello che dichiarò il nostro Signore, cioè che qualunque buona azione, a suo tempo sarà premiata!

mercoledì 21 novembre 2007

La lepre e la tigre


"Ama il tuo prossimo come te stesso". (Galati 5:14)



Un giorno, mentre faceva una passeggiata in montagna, un giovane vide una piccola lepre che portava del cibo ad un'enorme tigre ferita che non poteva muoversi.
Quel fatto l'impressionò tanto che il giorno dopo tornò nello stesso posto per vedere se il comportamento della lepre fosse stato casuale o abituale.
Con enorme sorpesa potè verificare che la scena si ripetè:
la lepre lasciò vicino alla tigre un buon pezzo di carne.
Passarono i giorni, e la scena continuò a ripetersi, finchè la tigre non recuperò le forze e potè ricominciare a procurarsi da mangiare da sola.
Stupito per la solidarietà e cooperazione tra gli animali, il giovane pensò:
"Se gli animali, creature inferiori a noi uomini, sono capaci di aiutarsi in questo modo, molto più lo faremo noi", e decise di fare l'esperienza.
Si gettò a terra simulando di essere ferito, e si mise ad aspettare che passasse qualcuno in suo aiuto.
Passarono le ore, scese la notte, ma nessuno gli si avvicinò.
Stette così anche per tutto il giorno successivo e, mentre andava via ancora più deluso, sentì con chiarezza dentro di sè una bella voce che diceva:
"Se vuoi continuare a credere nell'umanità, se vuoi vedere i tuoi simili come fratelli, smettila di fare la tigre e agisci semplicemente come la lepre!"
Se anche noi vogliamo vedere i nostri simili come fratelli, allora dobbiamo mettere in atto il comandamento di Gesù di amare il nostro prossimo come noi stessi.

martedì 20 novembre 2007

L'amore di Dio nella mano


"Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo:
che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi". (Romani 5:8)

"Cristo offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio". (Ebrei 9:14)



Un giorno un mio amico ateo mi disse:
"Voi cristiani parlate tanto dell'amore di Dio.
Se quest'amore veramente esiste, allora mostramelo!"
"Ma.. amico mio, hai l'amore di Dio proprio nella tua mano e non te ne accorgi?", gli risposi.
"Se la guardi bene, se studi com'è formata, se pensi a quanto ti sia utile, vedrai in lei la provvidenza dell'amore del tuo Creatore!"
Si, l'amore di Dio è visibile nel creato, lo si scorge in un fiore quando emana tutto il suo profumo, in un ruscello e nella freschezza delle sue acque, nelle montagne con le loro vette imponenti, nel sorriso di un bambino, nel sole quando splende, in un tramonto, e... l'elenco andrebbe avanti ancora per molto.
Tuttavia, più di tutto, l'amore di Dio lo abbiamo visto quando duemila anni fa ha mandato sulla terra il suo unigenito figlio Cristo Gesù a morire per noi.
A causa del nostro peccato eravamo destinati alla morte e all'inferno, e non c'era speranza per noi; ma Gesù, puro d'ogni colpa, si è voluto offrire al posto nostro ed è morto per noi sulla croce del Golgota.
Caro amico, se Gesù non è ancora il tuo Signore e Salvatore, accettalo oggi stesso nella tua vita, aprigli il cuore, e Lui ti darà l'amore, la pace e la gioia, che non ti faranno avere più dubbi sul suo amore!

venerdì 16 novembre 2007

Il fiore


"La donna saggia costruisce la sua casa, ma la stolta l'abbatte con le proprie mani".



Una ragazza molto ricca aveva di tutto:
un marito meraviglioso, dei figli perfetti, un impiego che le dava grosse soddisfazioni, una famiglia unita.
La cosa strana era che non riusciva a conciliare tutto; infatti, il lavoro e le faccende la occupavano tutto il tempo e la sua vita era sempre deficitaria in alcune aree...
E così, le persone che amava, venivano messe sempre al secondo posto.
Un giorno, suo padre, un uomo molto saggio, le regalò un fiore raro, un esemplare unico al mondo.
Poi le disse:
"Figlia mia, questo fiore ti aiuterà molto, più di quanto tu possa immaginare!
Dovrai solo annaffiarlo e potarlo ogni tanto, ed a volte parlargli un pò.
Vedrai che ti darà un profumo meraviglioso e dei meravigliosi fiori".
La ragazza si emozionò molto, in fin dei conti, il fiore era di una bellezza senza pari.
Purtroppo, dopo un pò, sorsero dei problemi, e il lavoro consumava tutto il suo tempo.
La sua vita, che continuava confusa, non le permetteva di badare al fiore.
Infatti arrivava a casa, guardava il fiore e lo trovava ancora là, non mostrando segni di magrezza o morte; era lì, carino e profumato.
Un giorno, arrivò a casa, ed il fiore era completamente appassito e la sua radice era rinsecchita.
La ragazza pianse molto, e raccontò l'accaduto al padre, che le disse:
"Immaginavo che ciò sarebbe successo, ma non posso darti un'altro fiore come quello, non ne esiste un'altro, era unico, proprio come la tua famiglia".
Prendiamoci cura delle persone che amiamo!
Le benedizioni del Signore sono proprio come quel fiore, Lui ce le dà , ma noi dobbiamo prendercene cura.

Lo scemo del villaggio


"Perchè tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita". (Isaia 43:4)



Si racconta che un gruppo di persone di una piccola cittadina si divertissero con un ragazzo, considerandolo un idiota, e lo definivano "lo scemo del villaggio".
Il ragazzo era un povero infelice, di scarsa intelligenza, che viveva di piccoli lavori ed elemosine.
Quelle persone ogni giorno si divertivano a chiamarlo nel bar dove si riunivano e gli proponevano di scegliere fra due monete, una grande, di 400, ma di poco valore, ed un'altra più piccola, di 2000, ma di maggior valore.
Il ragazzo sceglieva sempre la più grande, quella meno preziosa, e questo era motivo di risate per tutti.
Un certo giorno, uno dei membri del gruppo lo chiamò e gli chiese se non avesse ancora capito che la moneta maggiore valeva di meno, molto di meno della piccola.
Il ragazzo rispose:
- Lo so, non sono tanto sciocco come pensate.
La moneta che io scelgo vale cinque volte meno quella grande, ma il giorno che sceglierò l'altra, il gioco finirà, ed io non guadagnerò più la mia moneta!
Possiamo trarre varie conclusioni a questa piccola storia:
chi sembra idiota, non sempre lo è.
Chi erano i veri idioti?
L'ambizione spesso ci porta a tagliare la nostra fonte di entrate.
La conclusione più interessante però è avere la percezione di stare bene, anche quando gli altri non hanno una buona opinione di noi.
Pertanto, quello che importa non è quello che gli altri pensano di noi, ma, quello che realmente siamo.

venerdì 12 ottobre 2007

Ascolta la voce di Dio


"Ecco, io sto alla porta e busso:
se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me". (Apocalisse 3:20)



Se ti allontani un momento dagli altri e, nella quiete della tua cameretta passi un pò di tempo con me, Io ti parlerò sottovoce.
All'inizio quello che ti dirò sarà a stento percettibile:
ti darò semplicemente la pace che ti è necessaria, ti sussurrerò all'orecchio parole d'amore che consoleranno la tua anima.
Però, man mano che diventi più costante nel passare del tempo con me, e nel venire a me con fede, nel credere che Io sto lì ad aspettarti, che entro da te nella cameretta silenziosa del tuo cuore, man mano che lo fai con più assiduità, comincerai a sentirmi con maggiore chiarezza.
Ascoltare la Mia voce è un'abitudine spirituale che bisogna coltivare .
Esige esercizio.
Al principio richiede una gran concentrazione e sforzo, ma a poco a poco continui ad imparare ed incominci a sentire o a vedere quello che ti comunico.
Ascoltare la Mia voce è paragonabile ad un chitarrista che impara ad accordare il suo strumento.
All'inizio gli risulterà molto difficile.
Deve concentrarsi e prestare attenzione per distinguere le note giuste da quelle stonate;
deve capire quali chiavette deve stringere e quali deve allentarsi.
Tuttavia, dopo un pò lo farà con una totale naturalezza e quasi senza pensarci.
La stessa cosa succederà quando impari ad ascoltarmi.
Entra nella cameretta tranquilla del tuo cuore e mettiti in sintonia con la Mia voce.
Sussurrami parole d'amore e aspetta che Io faccia lo stesso.
Gradualmente arriverai ad ascoltarmi con più chiarezza.
In poco tempo non ti costerà nessuno sforzo.
Non avrai dubbi che si tratti solo di Me!

mercoledì 10 ottobre 2007

Tu sei unico


"Vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sè stesso per me". (Galati 2:20)



Se qualche volta ti viene la tentazione di considerarti insignificante tra le migliaia di milioni di persone che ci sono sulla terra, allora devi sapere che per Dio sei unico, che non è mai esistita, nè mai ci sarà un'altra persona come te.
Ma, la cosa più importante ancora è che Dio ti ama tanto, che non si è risparmiato nel dimostrarti l'amore che ha per te.
La Bibbia dice che Dio ha mandato il suo Figlio Gesù a dare la sua vita per te.
Se domandassi ad una madre amorosa di una grande famiglia quale figlio sarebbe disposta a dare, sono sicura che penserebbe che la tua domanda è assurda.
Per esempio, Susanna Wesley ebbe 19 figli e figlie.
Tra questi c'erano Giovanni e Carlo, i quali iniziarono il risveglio evangelico nell'inghilterra del XVIII secolo.
Tuttavia, se leggessi le lettere che lei scriveva ad ognuno dei suoi figli, ti meraviglieresti della sua preoccupazione per ognuno di loro, infatti, per lei ogni figlio era unico.
Ecco, questa è proprio un'immagine di come Dio ci ama.
Se qualche volta ti vedi tanto a domandarti se Lui sa della tua esistenza o se gli importa qualcosa di quello che ti succede, ricorda ciò che Gesù ha fatto per te sulla croce:
Dio ti ama tanto proprio come se tu fossi il suo unico figlio.

martedì 9 ottobre 2007

Giudicare gli altri


"Non giudicate, affinchè non siate giudicati". (Matteo 7:1)



Un uomo ormai avanti negli anni, e con grossi problemi di vista, si considerava esperto nella valutazione delle opere d'arte.
Un giorno, andò a visitare un museo con alcuni suoi amici.
Purtroppo aveva dimenticato gli occhiali, perciò non riusciva a vedere con chiarezza le pitture.
La cosa, tuttavia, non gli impedì di esprimere la sua opinione in modo determinante.
Infatti, dopo aver dato vari giudizi su alcuni dipinti, si soffermò davanti a quello che riteneva un ritratto a grandezza naturale, e incominciò a dire:
"Questo dipinto è fatto proprio male!
L'uomo in questo quadro è troppo trasandato e mal vestito.
E' stato un grave errore che l'artista ha fatto nello scegliere una persona del genere per il suo ritratto!", e continuava a fare le sue dure critiche, finchè la moglie, approfittando di un momento di distrazione degli amici, gli disse sottovoce:
"Caro, non te ne sei accorto, ma stai davanti ad uno specchio!"
Quante volte anche noi ci ergiamo a giudici dando il nostro parere di 'esperti' su tutto e su tutti, e spesso anche crudamente.
Tuttavia, spesso, proprio noi che giudichiamo gli altri, avremmo bisogno di riveder noi stessi e la nostra vita con umiltà e riconoscere che se non vogliamo essere giudicati, non dobbiamo giudicare, proprio come disse Gesù.

sabato 6 ottobre 2007

5 grandi consigli


"Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinchè questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi". (2 Corinzi 4:7)



Si racconta che un artigiano di matite, prese una matita prima di metterla nella scatola, e le diede alcuni consigli.
Le disse:
"Cara amica, ci sono 5 cose che devi sapere, prima di essere inviata nel mondo-
1- Riuscirai sempre a fare grandi cose, solo se sarai nelle mani di qualcuno.
2- Proverai del dolore quando dovranno farti uscire la punta, ma ciò sarà necessario per renderti utile.
3- Farai degli errori, ma avrai a disposizione una gomma per correggerli tutti.
4- La parte più importante di te è quella che porti dentro.
5- Su qualunque superficie sarai usata, dovrai lasciare il segno; non importano le circostanze o le condizioni, dovrai continuare a scrivere".
Se adattati a noi, questi consigli possono essere validi anche per noi uomini:
1- Riusciremo sempre a fare grandi cose, ma solo se ci lasceremo andare nelle mani di Dio.
2- Proveremo del dolore in alcune occasioni di lotta e sofferenza, ma ciò sarà necessario per essere più forti e coraggiosi.
3- Faremo degli errori, ma dovremo avere l'umiltà di correggerli tutti e crescere grazie ad essi.
4- La parte più importante di noi è è quella che portiamo dentro al cuore.
5- Ovunque andremo, dovremo lasciare il segno.
Non importano le circostanze o le condizioni, dovremo continuare a servire Dio in ogni momento.

giovedì 4 ottobre 2007

La cicatrice


"C'è chi parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione". (Proverbi 12:18)



C'era un ragazzino che aveva un brutto carattere, e spesso perdeva la pazienza.
Suo padre, allora, gli diede una borsa di chiodi, e gli disse che, ogni volta che perdeva la pazienza, doveva inchiodare un chiodo dietro la porta.
Il primo giorno, il ragazzino inchiodò 37 chiodi dietro la porta, e le settimane che seguirono, man mano che egli imparava a controllare il suo io, inchiodava sempre meno chiodi dietro la porta.
Scoprì che era più facile controllare il suo io che inchiodare chiodi dietro la porta.
Arrivò il giorno in cui riuscì a controllare il suo carattere per tutto il giorno.
Dopo aver informato suo padre, questi gli suggerì di estrarre un chiodo dal retro della porta per ogni giorno che sarebbe riuscito a controllare il suo carattere.
Passarono i giorni, finchè il giovane potè annunciare finalmente a suo padre che non rimanevano più chiodi sulla porta.
Il padre allora lo prese per mano e lo portò fino alla porta; poi gli disse:
"Hai fatto un buon lavoro, figlio mio, ma ora guarda tutti questi buchi sulla porta.
Non sarà mai più la stessa.
Sappi che ogni volta che perdi la pazienza lasci nelle persone proprio le stesse cicatrici come quelle che vedi quì".
Caro amico, tu puoi insultare qualcuno o ripagare con la stessa moneta, ma il modo in cui glielo dirai, causerà sempre qualche ferita, e la cicatrice durerà per sempre.
L'offesa verbale è tanto dannosa quanto un'offesa fisica.

martedì 2 ottobre 2007

Un topo per il principe


"I giusti rideranno di colui che aveva fiducia nell'abbondaza delle sue ricchezze". (Salmi 52:6,7)



La storia racconta che, quando il principe George d'Inghilterra compì sei anni, ricevette moltissimi regali, quasi tutti importati dall'estero, e modelli unici creati apposta per il principino.
Una mattina i domestici del palazzo notarono che il principino aveva perso interesse in quella montagna di giocattoli.
Era invece stato attirato da una scena che poteva osservare da una finestra della sua camera.
Sul marciapiede di fronte al palazzo, si trovavano un lustrascarpe e suo figlio di sei anni.
In mancanza di giocattoli, l'uomo aveva acchiappato un topo vivo, gli aveva legato uno spago intorno al collo, e l'aveva dato a suo figlio per farlo giocare.
Il bambino si sentiva felice col suo giocattolo vivo.
Quando il piccolo principe vide ciò, dimenticò tutto quello che aveva, perse interesse in tutti i suoi giocattoli perchè, l'unica cosa che voleva, era un topo vivo come quello.
Quest'aneddoto ha qualcosa a che vedere con noi.
Non siamo un pò tutti come il piccolo principe d'Inghilterra?
Abbiamo tutto quello che si può avere, e forse di più di ciò di cui abbiamo bisogno, eppure ci sarà sempre qualcosa di nuovo che desidereranno i nostri avidi occhi.
Non siamo mai soddisfatti.
Vogliamo sempre qualcosa in più o di meglio.
Gesù conosceva questo difetto umano.
Per questo disse che la vita di una persona non dipende dall'abbondanza dei beni che possiede.
Non importa quanto abbiamo, perchè le cose materiali non soddisfano come quelle spirituali che durano in eterno!

lunedì 1 ottobre 2007

Autogiustificazione


"Chi copre le sue trasgressioni non prospera, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia". (Proverbi 28:13)



Per sua natura l'uomo è portato ad incolpare gli altri dei propri errori.
Come quel ragazzino che, pestò la coda al gatto, e la madre, che dalla stanza vicina sentì il forte miagolio dell'animale, gridò:
"Smettila di tirare la coda al gatto!".
Il bimbo per difendersi, rispose:
"Mamma, non sto tirando la coda al gatto, è lui che si è messo sotto il mio piede!".
Forse possiamo sorridere al maldestro e umoristico tentativo di attribuire la colpa all'innocente gatto; però, come spesso accade mentre scorgiamo chiaramente la "pagliuzza" nell'occhio del ragazzo, siamo ciechi per la "trave" nel nostro occhio.
Gli uomini cercano più di giustificarsi che di riconoscere il vero stato delle cose.
Visto dalla prospettiva di Dio il nostro punto di vista è il più delle volte mortificante, giacchè egli dichiara che ogni nostra "giustizia è diventata come un abito invecchiato".
Nonostante Dio abbia tracciato molto chiaramente la via della salvezza, l'uomo persiste nel volersi tirare fuori "con i legacci delle proprie scarpe", cioè con i propri mezzi.
Perchè questo?
Vedi, quando Dio creò l'uomo, lo fece perfetto e lo pose in una felice condizione, per lui era una gioia passeggiare nel fresco della sera con il Signore.
Ma dopo il peccato, la natura umana fu avvelenata.
Sedotto dal peccato, l'uomo non è in grado di riconoscere la sua attuale condizione e inutilmente s'immagina di piacere a Dio con le buone opere.
Prima che tu possa piacere a Dio, devi essere "giustificato per la Sua grazia".
Smettila col tuo folle tentativo e comincia ad avere fiducia in Colui che ha detto:
"Venite a me, e io vi darò riposo"!

venerdì 21 settembre 2007

Anziano o vecchio


"Saziaci al mattino della tua grazia, e noi esulteremo, gioiremo tutti i nostri giorni". (Salmi 90:14)



L'anziano è uno che ha molti anni; il vecchio uno che ha perso lo spirito della giovinezza.
Un anziano si domanda se valga la pena fare una qualsiasi cosa, un vecchio, senza pensare, dice subito di no.
Un anziano sogna ancora; un vecchio dorme soltando.
Un anziano vuole imparare ancora; un vecchio ha già smesso di imparare.
Un anziano ogni giorno lo vive come il primo della sua vita; per un vecchio ogni giorno sembra l'ultimo.
Un anziano ha sempre dei progetti nell'agenda; un vecchio ha l'agenda vuota e vive solo pensando al passato.
Un anziano si rinnova ogni giorno che comincia, perchè guarda all'orizzonte, dove il sole spunta e illumina le sue speranze; un vecchio si trattiene a pensare che quello può essere l'ultimo dei suoi giorni e si deprime guardando le ombre del passato.
Un anziano ha sempre una speranza, ed il tempo passa veloce, perchè per lui la vecchiaia non arriva mai; un vecchio passa le ore nella tristezza.
Un anziano ha le rughe come risultato dei tanti sorrisi; un vecchio ha le rughe come risultato di amarezze.
Un anziano ed un vecchio spesso hanno la stessa età cronologica, ma il loro spirito è diverso.
Pertando, caro amico, vivi una lunga vita, ma non permettere a te stesso di diventare mai "vecchio"!
Anche se hai vissuto già molti anni su questa terra, se ti riempi della grazia di Cristo Gesù, avrai una nuova vita ricca di gioia, la Sua gioia.

giovedì 20 settembre 2007

Portare i pesi



"Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi". (Giovanni 8:36)


Un maestro propose ai suoi discepoli il seguente racconto:
'Un uomo camminava per una strada, ad un tratto inciampò su di una gran pietra.
La raccolse, e la portò con sè.
Poco dopo inciampò in un'altra pietra, e anche quella volta la raccolse portandola con sè.
Dopo, su ogni pietra che inciampava, se la caricava, fino a che quel peso diventò tanto grande, che l'uomo non riusciva più a camminare'.
Che cosa pensate di quest'uomo?
"Secondo me, è uno sciocco", rispose uno dei discepoli "che motivo aveva di raccogliere tutte le pietre sulle quali inciampava?"
Il maestro rispose:
"E' proprio quello che fanno coloro che si caricano delle offese che ricevono, quelle offese accettate con rassegnazione, nonostante l'amarezza subita.
Non bisogna caricarci di 'pietre' inopportune del rancore contro gli altri o contro noi stessi.
Se mettiamo da parte quell'inutile carico, se non lo portiamo con noi, il nostro cammino sarà più facile e il nostro passo più leggero".
Cari lettori, non viviamo più portando pesi inutili, Gesù ci ha resi completamente liberi!



Se andiamo a Lui portandogli ogni nostro peso che ci opprime, Lui lo porterà per noi.

mercoledì 19 settembre 2007

Caro amico


"Anche se i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l'amore mio non si allontanerà da te, nè il mio patto di pace sarà rimosso, dice il Signore, che ha pietà di te". (Isaia 54:10)



Come stai?
Ti ho visto ieri mentre parlavi con i tuoi amici.
Sono stato lì tutto il giorno sperando che lo facessi anche con me.
Ti ho dato di sera per chiudere così il tuo giorno, una brezza fresca per riposarti e ho aspettato, ma non sei venuto mai.
Mi ha fatto molto male, ma ti amo lo stesso, perchè sono tuo amico.
Ti ho visto di sera mentre andavi a letto, ho desiderato abbracciarti, allora ho mandato un fascio di luce di luna sul tuo viso.
Di nuovo ho sperato ardentemente che potessimo parlare un pò.
Ho molte cose speciali da dirti!
Ti sei svegliato tardi e sei andato via in fretta, le mie lacrime scorrevano come pioggia.
Oggi ti ho visto triste e solo.
Mi fa male al cuore, ti capisco.
Anche i miei amici mi hanno deluso e mi hanno ferito varie volte.
Oh, se solo mi ascoltassi...
Io ti amo veramente!
Cerco di dirtelo con l'azzurro del cielo e nella quiete del prato verde.
Te lo sussurro con le foglie degli alberi e te lo esprimo coi colori dei fiori, te lo grido nelle cascate dei fiumi, nelle montagne.
Il mio amore per te è più profondo degli oceani e più grande di un desiderio o di una necessità che è nel tuo cuore.
Se solo sapessi quanto ti voglio aiutare!
Voglio farti conoscere mio Padre.
Anche Lui ti ama; chiamami, parlami.
Non dimenticarti di me .
Non voglio farti pressione, devi decidere tu.
Io ti ho scelto, e aspetterò...
Perchè ti amo!
Il tuo amico, Gesù.

martedì 18 settembre 2007

La miseria della ricchezza


"Vi lascio la mia pace; vi do la mia pace.
Io non vi do come il mondo dà.
Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti". (Giovanni 14:27)



Li May, una bella ragazza sedicenne di Taipei, Taiwan, aveva avuto tutto dalla vita:
bellezza, ricchezza e benessere.
Suo nonno era stato presidente della Banca di Taiwan, e suo zio un artista di fama.
La ragazza viveva circondata dal lusso e dalla comodità, frequentava le migliori scuole, e disponeva di tutti gli apparati elettronici più all'avanguardia.
I professori la definivano una ragazza molto intelligente.
Tutto ciò però non le servì a molto, infatti la ragazza fu arrestata per furto, spaccio di droga e prostituzione.
Questo non è assolutamente un caso sporadico; ultimamente sentiamo sempre con più frequenza storie simili.
Ciò deve farci riflettere su una cosa:
se la povertà è dannosa e genera ogni forma di male, anche la ricchezza può farlo.
Quindi, il male non è nella ricchezza o nella povertà in sè, bensì nell'uomo che non ha raggiunto una serenità interiore.
Perciò non si tratta di essere ricchi o poveri, ma di uomini in quanto tali e del loro bisogno di pace interiore che, finchè non la trovano, fanno di tutto, anche le cose più assurde, per procurarsela.
Eppure, nel Vangelo, il Signor Gesù ha detto chiaramente che la Sua pace è per chiunque vada a Lui, e la Sua è una pace che il mondo non può dare, una pace che ci riesce a fare andare avanti tranquilli anche nelle difficoltà della vita.

giovedì 13 settembre 2007

Si può sempre ricominciare...


"Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove". ( 2 Corinzi 5:17)


Ricominciare è avere una nuova opportunità, è rinnovare la speranza nella vita e , la cosa più importante, è credere in se stessi.
Forse hai sofferto molto in questo periodo, sei stato provato, hai pianto molto; perciò hai chiuso la porta a tutto e a tutti, credendo che per te non ci fosse più speranza.
Sappi che ora è il momento di ricominciare, di pensare alla luce, di trovare la gioia nelle cose più semplici.
Per esempio, potresti pensare ad un nuovo impiego, ad una nuova professione, forse ad una pettinatura nuova per aumentare la tua autostima.
E perchè non cominciare quel corso o quel vecchio desiderio di imparare a dipingere?
Se ti senti solo, basta che ti guardi intorno per accorgerti che molta gente aspetta il tuo sorriso per avvicinarsi di più a te.
Oggi è il giorno giusto per ricominciare con un nuovo progetto di vita.
Guarda in alto, sogna in grande, brama il meglio del meglio, brama tutte le cose buone, perchè la vita ci porta a quello che aspiriamo.
Oggi è il giorno per cancellare tutto quello che ci lega al passato, al mondo delle cose tristi:
butta tutto "nella spazzatura", svuota il cuore, per dare posto ad un periodo nuovo, ad una nuova occasione, ad un nuovo amore.
Dio ti chiama, ti invita ad una nuova avventura, ad un nuovo viaggio, ad una nuova sfida.
Proponiti in questo giorno stesso di fare tutto il possibile per raggiungere i tuoi obbiettivi.
Fidati di Dio , ed abbi anche più fiducia di te.

giovedì 6 settembre 2007

Giovanni 3.16


"Perchè Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinchè chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna". (Giovanni 3:16)



Una sera, in mezzo alla notte lugubre e fredda di Chicago, si alzò una bufera di neve.
Mentre la gente entrava e usciva dai portoni degli edifici tentando di rifugiarsi nei propri cappotti, un bambino vendeva giornali in un angolo.
Aveva troppo freddo per preoccuparsi della scarsità di clienti; poi, avvicinatosi a un poliziotto, gli chiese se conosceva un posto dove poteva trascorrere la notte al caldo.
Il poliziotto, impietositosi, gli indicò una casa, dicendogli che, dopo aver bussato alla porta, doveva dire solo "Giovanni 3:16".
Il bambino lo ringraziò, e seguì le sue istruzioni.
Bussò alla porta, e quando una donna si affacciò, la guardò e le disse: "Giovanni 3:16"
La donna gli rispose:
"Benvenuto, figlio mio, entra!" e presolo per mano lo sistemò su una poltrona davanti a un gran camino, gli preparò un bel bagno caldo, e dopo il bagno lo fece mangiare a sazietà.
Dopo mangiato lo portò in un'ampia stanza, gli rimboccò le coperte, gli diede un bacio, e spense la luce.
Nell'oscurità, prima di addormentarsi, il bambino pensava a quella formula per lui magica 'Giovanni 3:16', e non riusciva a comprenderne il significato, ma di certo doveva essere qualcosa di buono.
Il giorno dopo, durante la colazione, la donna aprì un gran libro, e gli mostrò che 'Giovanni 3:16' è un versetto della Bibbia che parla dell'amore di Dio per noi, e che una notte lugubre e fredda Dio mandò nel mondo suo Figlio Gesù per salvare chiunque credesse in Lui.
A quella bella notizia il bambino non potè fare a meno di accettare Gesù nella sua vita come personale Salvatore e Signore.

mercoledì 5 settembre 2007

'Nel fuoco non sarai bruciato'



"Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà". (Isaia 43:2)


Dopo la mezzanote ci fu un incendio sulle colline calde e aride di Malibù, vicino a Los Angeles, California.
Forse fu un incendio accidentale; tuttavia, in pochi minuti, trasformò tutto in un inferno.
Eddie, di diciassette anni, alle quattro di mattina si rese conto della deflagrazione, e si allarmò maggiormente quando vide che il fuoco divorava enormi estensioni di terreno vicino a casa sua.
In casa si trovavano solo lui e la nonna Hazel di novantadue anni.
Le fiamme si avvicinavano e lui sapeva che doveva fare qualcosa.
Quindi, svegliò la nonna e, con forza sovrumana, la prese in braccio e la trasportò per 400 metri, passando in mezzo al bosco in fiamme.
Cosa fu a sostenerlo in quella prova, dandogli la forza sufficiente per salvare la vita della nonna nonchè la propria?
La risposta che diede Eddie fu:
"La fede in Dio"
Ci sono momenti nella vita in cui non c'è posto per discussioni teologiche o per dibattiti ideologici.
Momenti in cui si deve solo gridare al Dio onnipotente dal fondo del proprio essere:
"Signore salvami!"
Eddie e sua nonna conoscevano il versetto biblico riportato, e fu proprio quella parola che li sostenne mentre i settemila pompieri di Los Angeles, si davano da fare per circoscrivere l'enorme incendio.
La nostra vita fisica è continuamente in pericolo fra incendi, terremoti, inondazioni, o malattie.
Noi però non dobbiamo temere perchè il Signore ci promette di essere sempre con noi!

lunedì 3 settembre 2007

Come agire davanti alla sofferenza?


"Perciò... quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, affidino le loro anime al loro fedele creatore, facendo il bene". (1Pietro 4:19)

"Gesù... rispose:
-Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo". (Giovanni 13:7)



Sono in molti a porsi questa domanda filosofica:
"Perchè si soffre?", ma senza ricavarne grande profitto.
E' molto meglio domandarci quale atteggiamento pratico dobbiamo tenere quando soffriamo.
Possiamo essere tentati a rassegnarci e accettare così il nostro destino per provare almeno un senso di sollievo al nostro dolore.
Tuttavia, non è ancora questa la risposta al problema, perchè l'uomo non è per natura fatalista.
Non è il giocattolo nelle mani di forze oscure, al contrario, noi siamo nelle mani di Dio e anche... nelle nostre stesse mani.
E' col Signore che costruiamo la nostra vita, e in particolare i periodi in cui la sofferenza esercita dolorosamente la sua stretta su di noi.
Possiamo anche rivoltarci e accusare Dio... se le cose stanno così, anche se l'espressione potrà sembrare dura per alcuni, è perchè la nostra relazione co Dio è falsata.
Se permettiamo che in noi si sviluppino dei pensieri di sfiducia e di diffidenza nel rapporto con Dio, è chiaro che ci stiamo allontanando da lui.
Se pensiamo che Dio è severo nei nostri riguardi, è perchè non lo conosciamo ancora come veramente è.
Infatti, Dio ci ama così come siamo!
Non vuole punirci, ma formarci.
Desidera trasformare le nostre domande accusatrici in riflessione costruttive, che ci facciano progredire verso di Lui.
Per questo, applichiamoci a volgere lo sguardo verso lo scopo che Dio si prefigge di raggiungere per noi.
Invece di scoraggiarci, avviciniamoci a Lui e gustiamo la dolcezza del suo amore!