venerdì 31 agosto 2007

Una casa accogliente


"Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo di dolore, conoscitore della sofferenza, simile ad uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
(Isaia 53:3)
E' venuto in casa sua e i suoi non lo hanno ricevuto". (Giovanni 1:11)


Il fatto di essere ricevuti male in casa di qualcuno, non c'invoglia per niente ad invitarlo a casa nostra e trattarlo come un re.
Eppure questo è ciò che ha fatto il Figlio di Dio verso l'umanità.
Lui com'è stato ricevuto?
"E' venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto".
Non c'era posto per Lui nell'albergo di Betlemme.
Il Suo popolo non ha voluto sapere nulla di Lui e ha chiesto la Sua morte a gran voce.
Hanno preferito risparmiare Barabba, un brigante, e mettere a morte Gesù.
Nel mondo non c'era posto per Lui.
Ne troverebbe uno oggi?
Non più di allora.
Nessuno considerava o accettava la Sua visita.
Ora vediamo come Gesù risponde a questa reazione:
"Nella casa del padre Mio ci sono molte dimore... Io vado a prepararvi un luogo... Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinchè dove sono io, siate anche voi"(Giovanni 14:2,3).
Questo posto l'offre a tutti i Suoi, presso la casa del Padre Suo.
E voi, fate parte dei Suoi?
E' venuto a visitare il nostro mondo e che accoglienza ha ricevuto?
Ingiurie, frustate e una croce.
Che accoglienza prepara loro?
Un trono con Sè alla destra del Padre.
Ecco come Gesù risponde alla malvagità degli uomini.
Dategli oggi un posto nella vostra vita.
E' la scelta migliore che potreste fare.

giovedì 30 agosto 2007

Amaro e dolce


"Mosè gridò al Signore; e il Signore gli mostrò un legno.
Mosè lo gettò nell'acqua, e l'acqua divenne dolce". (Esodo 15:25)


Il godimento e la tristezza sono spesso compagni stretti.
Come gli israeliti passarono dall'emozione della vittoria nel mar Rosso alle acque amare di Mara solo tre giorni dopo, la nostra gioia può trasformarsi rapidamente in angoscia.
A Mara, il Signore disse a mosè di gettare un legno nell'acqua, il che le rese dolci e potabili.
C'è un altro legno, che quando lo si getta nelle circostanze amare della nostra vita, può renderle dolci:
è il legno della croce di Cristo; la nostra prospettiva sarà trasformata quando contempliamo la sua morte sacrificale e la sua sottomissione alla volontà di Dio.
Il nostro dolore può procedere dalla cattiva volontà degli altri, o peggio ancora, dalla nostra negligenza.
Tuttavia il Signore lo permette e non capiamo il perchè; sappiamo solo che tale è la volontà del nostro Padre Celeste ed Amico la cui sapienza ed amore sono infiniti.
Quando diciamo di sì a Dio, e man mano che il suo Spirito ci rivela la sua volontà per mezzo della sua Parola, le circostanze amare della nostra vita possono diventare dolci.
Non dobbiamo lamentarci di quello che il Signore permette, ma sforziamoci a fare bene tutto quello che Lui ci chiede di fare.
Gesù disse che dobbiamo prendere ogni giorno la nostra croce e seguirlo.
Quando ricordiamo la croce di Cristo e ci sottomettiamo al Padre come fece Lui, le esperienze amare possono diventare dolci.
Dio usa le nostre difficoltà per migliorarci, non per amareggiarci.

mercoledì 29 agosto 2007

Dedica del tempo


"Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perchè questo è il tutto per l'uomo". (Ecclesiaste 12:15)


In molte occasioni abbiamo paura di quello che non possiamo fare, o forse di quello che penserà la gente se proviamo a farlo.
Permettiamo che le nostre paure si intromettano nei nostri sogni.
Decidiamo di no, quando invece vorremmo dire si.
Mormoriamo, quando invece vorremmo gridare, e dopo gridiamo con chi non dovremmo.
Ma perchè lo facciamo, dopotutto, passiamo una sola volta per questa vita, non c'è tempo per aver paura?
Perciò :
tenta quello che non hai mai tentato; osa di più; denuncia quello che non ti piace; chiama tua moglie e dille quanto l'ami; scrivi quella lettera che non hai il coraggio di scrivere; visita paesi che non conosci; poniti come vincitore nelle cose quotidiane :
non hai niente da perdere, ma tutto da guadagnare!
Ti auguro tante benedizioni di Dio e molto successo nella tua vita.
Ti auguro di vivere sempre al massimo tutto quello che farai e di farlo con gusto.
Dedica del tempo al lavoro, a pensare, a goderti i tuoi cari, all'amore, ai sogni, a ridere.
Però, cosa più importante di tutte, dedica del tempo per cercare Dio, perchè in Lui risiede il tutto dell'uomo!

martedì 28 agosto 2007

Indulgenza: perdono e liberazione


"Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi". (Colossesi 3:13)


Avere indulgenza significa perdonare un'offesa.
L'indulgenza libera dall'amarezza e dal risentimento, rimuove il desiderio della vendetta e anche la necessità di capire perchè quell'offesa è stata commessa.
Quando manca l'indulgenza, le persone rimangono nell'amarezza e nel risentimento, conservando rancori che possono aumentare al di là della proporzione dell'offesa.
In tal caso, vengono sprecate energie mentali nel tentativo di cercare di capire o di giustificare.
Il desiderio della vendetta può intensificarsi, e le relazioni si avvelenano.
L'offensore perde la libertà di andare avanti e di crescere, e colui che non perdona rimane prigioniero del risentimento e dell'amarezza.
E' una maniera molto infelice di vivere che, non solo pregiudica le persone coinvolte, ma anche tutte le persone che vivono attorno a loro.
L'indulgenza ci rende capaci di perdonare e di continuare così ad avere un buon rapporto reciproco.
Se nella nostra vita coltiviamo l'indulgenza, le persone che ci circondano ne otterranno beneficio, lo stress diminuisce, e gli altri vedranno come il perdono opera e possono incominciare a praticarlo.
Le piccole irritazioni della vita assumono meno importanza e la gente dedica più tempo a ciò che è più importante nella vita.

lunedì 27 agosto 2007

La mucca


"Colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque". (Matteo 25:16)

"A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà". ( Luca 12:48)



Un saggio passeggiava per il bosco con un suo discepolo.
Ad un certo punto vide in lontananza una catapecchia, e decise di farvi visita.
Lungo la strada, il maestro commentò al discepolo l'importanza di fare visite per poter conoscere le persone e trarre frutto dalle esperienze fatte.
Arrivati sul posto, constatarono lo stato di povertà degli abitanti di quella casa di legno semidistrutta:
una donna, un uomo e tre figli, mal vestiti e scalzi.
Allora il maestro si avvicinò al capo famiglia e gli chiese:
"Mi scusi, ho notato che in questo posto non esistono locali commerciali, ne si pratica altro tipo di attività; come fate a sopravvivere?".
Con gran calma, l'uomo rispose:
"Caro amico, abbiamo una mucca che ci dà molto latte ogni giorno.
Parte del prodotto la vendiamo o la scambiamo con altri generi alimentari nella città vicina e con l'altra parte produciamo formaggio, ricotta, ecc. per il consumo personale, e così continuiamo a sopravvivere."
Il saggio ringraziò per l'informazione, osservò il posto per un momento e, dopo aver salutato tutti, se ne andò.
Lungo la strada del ritorno, ordinò al discepolo di cercare la mucca, di portarla su un precipizio, e di spingerla nel burrone.
Il giovane subito ricordò al maestro che quella mucca era l'unico mezzo di sussistenza per quella famiglia, ma siccome il maestro rimase nel silenzio più assoluto, andò ad eseguire il suo ordine.
Quindi, spinse la mucca nel precipizio come gli aveva detto di fare il maestro, e la vide morire.
Quella scena gli rimase impressa nella memoria per alcuni anni.
Un bel giorno il giovane decise di abbandonare tutto quello che aveva imparato, e volle ritornare in quel luogo dove viveva la famiglia povera per raccontare tutto e per chiedere perdono e cercare di aiutarli in qualche modo.
Ma, più si avvicinava al posto, più notava tutto molto diverso da quando c'era stato lui.
Tutto era più bello, con alberi da frutto fioriti, nuove case e dei bambini che giocavano nel prato.
Il giovane immaginò che quell'umile famiglia aveva dovuto vendere il terreno per poter sopravvivere, e ne fu triste.
Arrivato all'ingresso della casa, fu accolto da un signore molto simpatico.
Il giovane chiese notizie della famiglia che circa quattro anni prima viveva lì.
Per sua meraviglia seppe che quella era la stessa famiglia che aveva conosciuto qualche anno prima.
Allora chiese al capofamiglia:
"Come avete fatto a migliorare questo posto e a cambiare vita?"
Il signore entusiasmato gli rispose:
"Una volta avevamo una mucca che ci dava da vivere.
Ma poi un giorno cadde in un precipizio, e morì.
Da quel momento in poi ci vedemmo costretti a sviluppare altre abilità che non sapevamo di avere; e così abbiamo raggiunto il successo che i suoi occhi vedono".

domenica 26 agosto 2007

Il faro


"Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra". (Colossesi 3:2)


Il pilota missionario Bernie May scrive:
"Una delle lezioni più difficili da insegnare ai nuovi piloti sull' atterraggio in piste brevi e pericolose è di mantenere lo sguardo nella parte buona della pista e non nella parte pericolosa.
La tendenza naturale è di concentrarsi sull'ostacolo, sul pericolo, su quello che si tenta di evitare.
Ma l'esperienza ci insegna che un pilota che mantiene lo sguardo sul pericolo, presto o tardi cade giù".
Questo aneddoto mi fa pensare ad un principio spirituale che troviamo nella Bibbia, e cioè:
invece di concentrarci sui peccati che vogliamo evitare, ci viene detto di mettere a fuoco lo sguardo sulle azioni positive che Cristo desidera che facciamo.
Bernie May lo riassume dicendo che i piloti esperti concentrano fermamente la loro attenzione sul tratto che vogliono che l'aereo segua, tenendo fisso lo sguardo sul faro che indica la pista, e guardando con la coda degli occhi i vari pericoli.
Quando Cristo ed i suoi interessi saranno il "faro" della nostra vita, l'attrattiva della vecchia vita rimarrà fuori dalla nostra visuale, e la guarderemo soltanto con la coda dell'occhio mentre ci proponiamo di atterrare fermamente al centro della volontà di Dio.
Tenendo fisso lo sguardo sul cielo, non saremo distratti dalle cose della terra.

sabato 25 agosto 2007

La via d'uscita


"La via di Dio è perfetta". (Salmi 18:30)


Durante l'estate, un gruppo di escursionisti camminò per una spiaggia.
Si fece buio, e dovevano fare due chilometri a piedi per ritornare all'accampamento, ma non avevano portato torce, così decisero di fare il tratto in mezzo al buio.
Erano a buon punto del loro cammino, quando si ritrovarono sulla sponda di un fiume.
Non avrebbero potuto proseguire perchè non vedevano nè la profondità, nè la grandezza del fiume.
Non sapendo cosa fare, decisero di attraversarlo a nuoto alla cieca.
Il fiume era molto profondo e c'era una corrente molto forte, cosicchè persero tutti gli zaini e tutto quello che portavano; ma loro continuarono fino ad arrivare all' accampamento.
Il giorno dopo, tornati sul posto per vedere se era rimasto qualcosa, videro, con grande afflizione, che a qualche metro di distanza dal punto in cui avevano attraversato a nuoto la sera prima, c'erano alcuni tronchi che facevano da ponte.
Molte volte succede la stessa cosa anche a noi.
Prendiamo delle decisioni importanti in mezzo ai problemi, alle difficoltà, alle angosce, e la cosa peggiore è che non chiediamo nè guida nè aiuto.
Per questo motivo ci succedono cose delle quali poi ci pentiamo, e generalmente diamo la colpa a Dio.
Forse non sappiamo, o non ci rendiamo conto che esiste un "ponte", Cristo Gesù, a nostra disposizione.
Lui non solo è la Via che porta al Padre, ma è la Via d'uscita per noi quando ci possiamo trovare in qualsiasi difficoltà, percorriamola!

Tu sei unico


"Il Signore mi ha chiamato fin dal seno materno, ha pronunziato il mio nome fin dal grembo di mia madre". (Isaia49:1)


Sigmund Freud diceva che quando nasce un bambino, proprio in quello stesso istante incomincia un progetto di vita.
Nella Bibbia, Dio ha detto che ci ha chiamati fin dal grembo materno, e stava parlando di te e di me.
Non riesco ad immaginare un Dio che possa creare esseri anonimi, o che "fabbrichi" prodotti in serie.
Lui non chiama le masse, ma chiama individui originali ed irripetibili come te.
Dio non è un fabbricante, è un artigiano, ed ogni suo capolavoro è espressione esatta e totale della sua arte.
Per questo motivo, non sei il risultato di un processo di produzione standardizzato, bensì la conseguenza di un' ispirazione, un frutto originale, irripetibile e speciale.
Forse in mezzo allo scoraggiamento, ai problemi assordanti che ti circondano, non riesci ad ascoltare la voce del tuo creatore che ti sta chiamando.
Il tuo Dio ti conosce bene, e non importa quanto ti senta giù, inutile e incapace, ascolta la sua voce!
Nella vita della maggior parte dei servi di Dio c'è stato un passato completamente opposto a quello che poi sono diventati.
Ho sentito tante testimonanze di grandi servi di Dio che mi hanno lasciata attonita: Dio ha il potere di apportare delle trasformazioni radicali e profonde nelle persone che decidono di consegnargli la propria vita.
Puoi farlo anche tu oggi!

mercoledì 8 agosto 2007

Due storie, due destini

"Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato". (Giacomo 4:17)

Un bambino fu portato d'urgenza all'ospedale perchè investito da un'auto.
L'uomo che lo aveva investito informò l'ospedale che in quel momento non possedeva la cifra che gli chiedevano per pagare le spese ospedaliere, ma che avrebbe provveduto al più presto al pagamento.
Il direttore sanitario disse che l'ospedale non poteva addossarsi quelle spese, e il bambino morì.
Quando quello stesso direttore fu chiamato per firmare il decesso del bambino, scoprì che si trattava di suo figlio, morto per colpa sua...
Un giorno Antonio stava ritornando a casa dal lavoro.
Restò imbottigliato in un traffico infernale e notò un signore che "voleva fare il furbo", che guidava con molta fretta, tagliando la strada agli altri e cercando di farsi strada tra i veicoli.
In quel momento voleva insultarlo ed ostacolargli il passaggio, ma poi pensò che per essere tanto preoccupato e nervoso, doveva esserci qualche problema serio che lo affliggeva; così lo lasciò passare.
Arrivato a casa, Antonio ricevette la notizia che suo figlio di tre anni aveva avuto un grave incidente ed ora era all'ospedale.
Quando arrivò all'ospedale, la moglie gli corse tra le braccia e lo tranquillizzò dicendogli:
-Grazie a Dio, sta bene.
Il medico è arrivato giusto in tempo per sarvargli la vita!
Antonio andò a ringraziare il medico e, per sua sorpresa, vide che si trattava proprio di quel signore nervoso e precipitoso al quale un'ora prima aveva dato la precedenza nel traffico.

domenica 5 agosto 2007

La carota, l'uovo ed il caffè

"Signore, aiutaci ad uscire dalle difficoltà". (Salmi 108:12)

"Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, nè cordoglio, nè grido, nè dolore, perchè le cose di prima sono passate". (Apocalisse 21:4)


Una ragazza si lamentava continuamente con suo padre per le difficoltà che incontrava nalla vita.
Gli confessò che stava per darsi vinta perchè non sapeva più come reagire quando si imbatteva in un problema.
Era stanca di lottare, le sembrava che, dopo aver risolto un problema, ne spuntasse subito un'altro.
Suo padre, che era cuoco, non sapendo cosa consigliarle, ebbe un'idea.
Il giorno dopo la portò al lavoro con sè.
Nella gran cucina dove l'uomo lavorava, riempì tre pentole d'acqua e le collocò sul fuoco con una bella fiamma.
Presto l'acqua nelle tre pentole cominciò a bollire.
Allora, l'uomo, in una mise delle carote, in un'altra delle uova, e nella terza dei chicchi di caffè.
Lasciò bollire le tre pentole per circa venti minuti, dopodichè spense il fuoco.
Chiese alla figlia di tirare fuori dalle pentole i tre alimenti, e la ragazza lo fece.
Prima tirò fuori dall'acqua le carote, poi le uova, e infine il caffè.
A quel punto suo padre le chiese:
"Tesoro, cosa vedi?".
La ragazza rispose:
"Vedo delle carote, delle uova, e dei chicchi di caffè".
Allora le disse di avvicinarsi di più, poi le chiese:
"Cosa noti?"
La ragazza toccò le carote, e notò che erano diventate molli; aprì l'uovo, e vide che si era indurito; toccò il caffè, e notò che , anche se era rimasto lo stesso, però aveva trasformato il colore dell'acqua, e in più aveva sparso il suo piacevole aroma nell'area.
Il padre allora le spiegò che, benchè i tre elementi avessero affrontato la stessa "avversità", rappresentata in quel caso dall'acqua bollente, tuttavia avevano reagito in maniera differente l'uno dall'altro.
Allora chiese alla figlia:
"E tu, a chi ti paragoni quando l'avversità bussa alla tua porta? Sei come la carota che sembra forte, ma poi nell'avversità e nel dolore diventa debole e perde la sua forza? O sei come l'uovo che comincia con un cuore malleabile, uno spirito fluido, ma dopo il dolore di una morte, una separazione, o un licenziamento diventa duro? Oppure sei come un chicco di caffè che, proprio quando viene immerso nell'elemento che gli causa dolore, e quando arriva al punto dell'ebollizione, restando se stesso, emana tutto il suo buon aroma?".
Caro lettore, se il dolore riesce a farti rimanere saldo, facendoti tirare fuori il meglio di te, allora ritieniti benedetto nell'attesa del ritorno del nostro Signor Gesù, quando asciugherà ogni nostra lacrima e ci porterà con se nel luogo dove non ci sarà nè più pianto nè dolore.

sabato 4 agosto 2007

Dio è nel mio cuore


Gesù disse : "In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". (Matteo 18:3)

"Beati i puri di cuore, perchè vedranno Dio". (Matteo 5:8)


"Domani mattina aprirò il tuo cuore", spiegava il chirurgo ad un bambino.
Ed il bambino lo interuppe: "Vi troverà Gesù dentro!"
Il chirurgo rimase perplesso, e continuò:
"Taglierò una parete del tuo cuore per vedere il danno completo".
"Ma quando aprirà il mio cuore, troverà Gesù!", interruppe di nuovo il bambino.
Il chirurgo allora si voltò verso i genitori che erano seduti lì vicino, e continuò:
"Quando avrò visto tutto il danno, allora deciderò cosa fare".
"Ma troverà Gesù nel mio cuore! La bibbia dice chiaramente che vive lì.
Tutti i canti dicono che vive lì... perciò, troverà Gesù nel mio cuore!"
Il chirurgo pensò che giusto non illuderequel bambino, di essere chiari con lui e gli spiegò:
"Sai cosa troverò nel tuo cuore?
Troverò un muscolo malato, pochi globuli rossi, e le pareti dei vasi sanguigni indeboliti.
Allora mi renderò conto se possiamo aiutarti o meno".
"Ma troverà anche Gesù! Il cuore è la sua casa, Lui vive lì, sta sempre con me!"
Il chirurgo non tollerò più gli insistenti commenti, ed andò via.
Si sedette nel suo ufficio e cominciò a scrivere la diagnosi prima dell'intervento:
'Aorta malata, vena polmonare deteriorata, degenerazione muscolare cardiaca massiccia.
Trapianto impossibile, difficilmente guaribile.
La terapia da seguire: analgesici e riposo assoluto.
Prognosi: morte nel giro di un anno.'
A quel punto il chirurgo gridò ad alta voce:
"Perchè, perchè gli hai fatto questo? Prima lo hai fatto nascere, e poi lo hai condannato ad una morte precoce. Perchè?"
All'improvviso sentì come una voce dentro di sè che gli diceva:
"Quel bambino è una mia pecorella, e starà con me per tutta l'eternità.
Qui nel cielo, nel mio gregge sacro, non soffrirà più nessun dolore, sarà confortato in una maniera che nè tu nè chiunque altri può immaginare.
Un giorno i suoi genitori si uniranno a lui, e insieme conosceranno la pace e l'armonia del mio regno.
E' tempo che ritorni al suo gregge, perchè ha già portato a termine il suo compito sulla terra.
Alcuni anni fa avevo una pecorella a cui affidai dei doni affinchè aiutasse i suoi fratelli; però, col tempo se ne dimenticò e si dimenticò anche del suo creatore".
A quel punto il chirurgo capì, e cominciò a piangere terribilmente, mentre il Signore gli continuava a parlare:
"Cosicchè, ho inviato questo bambino, affinchè riconducesse a me quella pecorella smarrita".
Alcuni giorni dopo l'intervento, il dottore si sedette accanto al bambino.
Il piccolo, non ancora in grado di parlare, mormorò rapidamente:
"Allora, ha trovato Gesù nel mio cuore?"
"Si", rispose il chirurgo "avevi ragione: l'ho trovato!".

venerdì 3 agosto 2007

Le tre ciotole


"Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono". (1Corinzi 1:28)


In una notte fredda e tempestosa, un viaggiatore cercò alloggio in un'umile casa dove vivevano tre fratelli.
I tre condivisero con lui un piatto di zuppa e un pezzo di pane; poi gli prepararono un posto vicino al fuoco e gli diedero alcune coperte.
La mattina seguente, prima di andarsene, il viaggiatore consegnò ai fratelli tre ciotole :
una si metallo dorato, un'altra di vetro e la terza di legno, dicendo che non aveva altro da offrirgli.
I fratelli ringraziarono, e non appena l'uomo andò via, il maggiore prese per sè la ciotola dorata, il secondo prese quella di vetro, ed al minore toccò quella di legno.
Dopo vari anni, il viaggiatore passò a trovare quei fratelli dai quali era stato ospite.
Bussò alla porta, e dopo poco gli aprì il fratello più piccolo che l'invitò ad entrare.
Il viaggiatore notò al centro della tavola la scodella di legno piena di frutta secca, e ne fu contento.
Fu curioso di sapere che fine avessero fatto le altre due, e il ragazzo gli disse che quella dorata che aveva preso il fratello maggiore, col tempo aveva perso la lucentezza, e non era più bella da vedere, quindi era da qualche parte nascosta.
quella di vetro, presa dal secondo fratello, si era rotta lavandola.
L'unica rimasta era e che continuava ad essere molto utile, era quella di legno che era toccata a lui.
Il ragazzo confessò che , quando i fratelli avevano scelto le due prime, aveva pensato che a lui fosse toccata quella peggiore.
ma col passare del tempo si era dovuto ricredere perchè, quella ciotola che gli sembrava la più insignificante, fu quella che fu più utile e che durò di più nel tempo.

giovedì 2 agosto 2007

La doppia vita di Salvador Sànchez


"Poichè non c'è nulla di nascosto che non sia manifestato, nè nulla di segreto che non sia palesato". (Marco4:22)

Lo spagnolo Salvador Sànchez aveva scelto una delle professioni più pericolose risalenti all'antichità classica, alla mitologia di Creta, la professione di torero.
Quel pomeriggio fece meraviglie nell'arena di Pamplona, in Spagna.
Tagliò orecchie e code davanti alle acclamazioni del pubblico.
L'ultimo toro del pomeriggio però, l'afferrò e... Salvador fu ferito e portato d'urgenza al pronto soccorso.
All'ospedale i conoscenti di Salvador rimasero stupiti nel vedere che quel torero in realtà non era un uomo, bensì una donna!
Il suo vero nome era Olivia.
Olivia già da bambina sognava di diventare torero, ma il fatto di essere donna per lei era un ostacolo, perciò un giorno decise di cambiare nome e vestirsi da uomo.
Gesù ha detto che non c'è niente di nascosto che non sia destinato ad essere rivelato.
In tutti gli aspetti della società possono esserci cose nascoste: nella famiglia, nel commercio, nella politica, nella religione; in fine, non esiste una sola area della vita dove non si mantengano segreti.
Ma le parole di Cristo sono profetiche e hanno il loro compimento inesorabile.
Davanti ad una verità tanto inflessibile, che cosa dobbiamo fare?
In primo luogo, cercare la riconciliazione con Dio per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo;
secondo, confessare il nostro peccato alle persone che abbiamo ingannato;
terzo, cominciare una nuova vita.
Per riuscirci, Dio stesso ci darà la sua grazia.