venerdì 12 ottobre 2007

Ascolta la voce di Dio


"Ecco, io sto alla porta e busso:
se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me". (Apocalisse 3:20)



Se ti allontani un momento dagli altri e, nella quiete della tua cameretta passi un pò di tempo con me, Io ti parlerò sottovoce.
All'inizio quello che ti dirò sarà a stento percettibile:
ti darò semplicemente la pace che ti è necessaria, ti sussurrerò all'orecchio parole d'amore che consoleranno la tua anima.
Però, man mano che diventi più costante nel passare del tempo con me, e nel venire a me con fede, nel credere che Io sto lì ad aspettarti, che entro da te nella cameretta silenziosa del tuo cuore, man mano che lo fai con più assiduità, comincerai a sentirmi con maggiore chiarezza.
Ascoltare la Mia voce è un'abitudine spirituale che bisogna coltivare .
Esige esercizio.
Al principio richiede una gran concentrazione e sforzo, ma a poco a poco continui ad imparare ed incominci a sentire o a vedere quello che ti comunico.
Ascoltare la Mia voce è paragonabile ad un chitarrista che impara ad accordare il suo strumento.
All'inizio gli risulterà molto difficile.
Deve concentrarsi e prestare attenzione per distinguere le note giuste da quelle stonate;
deve capire quali chiavette deve stringere e quali deve allentarsi.
Tuttavia, dopo un pò lo farà con una totale naturalezza e quasi senza pensarci.
La stessa cosa succederà quando impari ad ascoltarmi.
Entra nella cameretta tranquilla del tuo cuore e mettiti in sintonia con la Mia voce.
Sussurrami parole d'amore e aspetta che Io faccia lo stesso.
Gradualmente arriverai ad ascoltarmi con più chiarezza.
In poco tempo non ti costerà nessuno sforzo.
Non avrai dubbi che si tratti solo di Me!

mercoledì 10 ottobre 2007

Tu sei unico


"Vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sè stesso per me". (Galati 2:20)



Se qualche volta ti viene la tentazione di considerarti insignificante tra le migliaia di milioni di persone che ci sono sulla terra, allora devi sapere che per Dio sei unico, che non è mai esistita, nè mai ci sarà un'altra persona come te.
Ma, la cosa più importante ancora è che Dio ti ama tanto, che non si è risparmiato nel dimostrarti l'amore che ha per te.
La Bibbia dice che Dio ha mandato il suo Figlio Gesù a dare la sua vita per te.
Se domandassi ad una madre amorosa di una grande famiglia quale figlio sarebbe disposta a dare, sono sicura che penserebbe che la tua domanda è assurda.
Per esempio, Susanna Wesley ebbe 19 figli e figlie.
Tra questi c'erano Giovanni e Carlo, i quali iniziarono il risveglio evangelico nell'inghilterra del XVIII secolo.
Tuttavia, se leggessi le lettere che lei scriveva ad ognuno dei suoi figli, ti meraviglieresti della sua preoccupazione per ognuno di loro, infatti, per lei ogni figlio era unico.
Ecco, questa è proprio un'immagine di come Dio ci ama.
Se qualche volta ti vedi tanto a domandarti se Lui sa della tua esistenza o se gli importa qualcosa di quello che ti succede, ricorda ciò che Gesù ha fatto per te sulla croce:
Dio ti ama tanto proprio come se tu fossi il suo unico figlio.

martedì 9 ottobre 2007

Giudicare gli altri


"Non giudicate, affinchè non siate giudicati". (Matteo 7:1)



Un uomo ormai avanti negli anni, e con grossi problemi di vista, si considerava esperto nella valutazione delle opere d'arte.
Un giorno, andò a visitare un museo con alcuni suoi amici.
Purtroppo aveva dimenticato gli occhiali, perciò non riusciva a vedere con chiarezza le pitture.
La cosa, tuttavia, non gli impedì di esprimere la sua opinione in modo determinante.
Infatti, dopo aver dato vari giudizi su alcuni dipinti, si soffermò davanti a quello che riteneva un ritratto a grandezza naturale, e incominciò a dire:
"Questo dipinto è fatto proprio male!
L'uomo in questo quadro è troppo trasandato e mal vestito.
E' stato un grave errore che l'artista ha fatto nello scegliere una persona del genere per il suo ritratto!", e continuava a fare le sue dure critiche, finchè la moglie, approfittando di un momento di distrazione degli amici, gli disse sottovoce:
"Caro, non te ne sei accorto, ma stai davanti ad uno specchio!"
Quante volte anche noi ci ergiamo a giudici dando il nostro parere di 'esperti' su tutto e su tutti, e spesso anche crudamente.
Tuttavia, spesso, proprio noi che giudichiamo gli altri, avremmo bisogno di riveder noi stessi e la nostra vita con umiltà e riconoscere che se non vogliamo essere giudicati, non dobbiamo giudicare, proprio come disse Gesù.

sabato 6 ottobre 2007

5 grandi consigli


"Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinchè questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi". (2 Corinzi 4:7)



Si racconta che un artigiano di matite, prese una matita prima di metterla nella scatola, e le diede alcuni consigli.
Le disse:
"Cara amica, ci sono 5 cose che devi sapere, prima di essere inviata nel mondo-
1- Riuscirai sempre a fare grandi cose, solo se sarai nelle mani di qualcuno.
2- Proverai del dolore quando dovranno farti uscire la punta, ma ciò sarà necessario per renderti utile.
3- Farai degli errori, ma avrai a disposizione una gomma per correggerli tutti.
4- La parte più importante di te è quella che porti dentro.
5- Su qualunque superficie sarai usata, dovrai lasciare il segno; non importano le circostanze o le condizioni, dovrai continuare a scrivere".
Se adattati a noi, questi consigli possono essere validi anche per noi uomini:
1- Riusciremo sempre a fare grandi cose, ma solo se ci lasceremo andare nelle mani di Dio.
2- Proveremo del dolore in alcune occasioni di lotta e sofferenza, ma ciò sarà necessario per essere più forti e coraggiosi.
3- Faremo degli errori, ma dovremo avere l'umiltà di correggerli tutti e crescere grazie ad essi.
4- La parte più importante di noi è è quella che portiamo dentro al cuore.
5- Ovunque andremo, dovremo lasciare il segno.
Non importano le circostanze o le condizioni, dovremo continuare a servire Dio in ogni momento.

giovedì 4 ottobre 2007

La cicatrice


"C'è chi parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione". (Proverbi 12:18)



C'era un ragazzino che aveva un brutto carattere, e spesso perdeva la pazienza.
Suo padre, allora, gli diede una borsa di chiodi, e gli disse che, ogni volta che perdeva la pazienza, doveva inchiodare un chiodo dietro la porta.
Il primo giorno, il ragazzino inchiodò 37 chiodi dietro la porta, e le settimane che seguirono, man mano che egli imparava a controllare il suo io, inchiodava sempre meno chiodi dietro la porta.
Scoprì che era più facile controllare il suo io che inchiodare chiodi dietro la porta.
Arrivò il giorno in cui riuscì a controllare il suo carattere per tutto il giorno.
Dopo aver informato suo padre, questi gli suggerì di estrarre un chiodo dal retro della porta per ogni giorno che sarebbe riuscito a controllare il suo carattere.
Passarono i giorni, finchè il giovane potè annunciare finalmente a suo padre che non rimanevano più chiodi sulla porta.
Il padre allora lo prese per mano e lo portò fino alla porta; poi gli disse:
"Hai fatto un buon lavoro, figlio mio, ma ora guarda tutti questi buchi sulla porta.
Non sarà mai più la stessa.
Sappi che ogni volta che perdi la pazienza lasci nelle persone proprio le stesse cicatrici come quelle che vedi quì".
Caro amico, tu puoi insultare qualcuno o ripagare con la stessa moneta, ma il modo in cui glielo dirai, causerà sempre qualche ferita, e la cicatrice durerà per sempre.
L'offesa verbale è tanto dannosa quanto un'offesa fisica.

martedì 2 ottobre 2007

Un topo per il principe


"I giusti rideranno di colui che aveva fiducia nell'abbondaza delle sue ricchezze". (Salmi 52:6,7)



La storia racconta che, quando il principe George d'Inghilterra compì sei anni, ricevette moltissimi regali, quasi tutti importati dall'estero, e modelli unici creati apposta per il principino.
Una mattina i domestici del palazzo notarono che il principino aveva perso interesse in quella montagna di giocattoli.
Era invece stato attirato da una scena che poteva osservare da una finestra della sua camera.
Sul marciapiede di fronte al palazzo, si trovavano un lustrascarpe e suo figlio di sei anni.
In mancanza di giocattoli, l'uomo aveva acchiappato un topo vivo, gli aveva legato uno spago intorno al collo, e l'aveva dato a suo figlio per farlo giocare.
Il bambino si sentiva felice col suo giocattolo vivo.
Quando il piccolo principe vide ciò, dimenticò tutto quello che aveva, perse interesse in tutti i suoi giocattoli perchè, l'unica cosa che voleva, era un topo vivo come quello.
Quest'aneddoto ha qualcosa a che vedere con noi.
Non siamo un pò tutti come il piccolo principe d'Inghilterra?
Abbiamo tutto quello che si può avere, e forse di più di ciò di cui abbiamo bisogno, eppure ci sarà sempre qualcosa di nuovo che desidereranno i nostri avidi occhi.
Non siamo mai soddisfatti.
Vogliamo sempre qualcosa in più o di meglio.
Gesù conosceva questo difetto umano.
Per questo disse che la vita di una persona non dipende dall'abbondanza dei beni che possiede.
Non importa quanto abbiamo, perchè le cose materiali non soddisfano come quelle spirituali che durano in eterno!

lunedì 1 ottobre 2007

Autogiustificazione


"Chi copre le sue trasgressioni non prospera, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia". (Proverbi 28:13)



Per sua natura l'uomo è portato ad incolpare gli altri dei propri errori.
Come quel ragazzino che, pestò la coda al gatto, e la madre, che dalla stanza vicina sentì il forte miagolio dell'animale, gridò:
"Smettila di tirare la coda al gatto!".
Il bimbo per difendersi, rispose:
"Mamma, non sto tirando la coda al gatto, è lui che si è messo sotto il mio piede!".
Forse possiamo sorridere al maldestro e umoristico tentativo di attribuire la colpa all'innocente gatto; però, come spesso accade mentre scorgiamo chiaramente la "pagliuzza" nell'occhio del ragazzo, siamo ciechi per la "trave" nel nostro occhio.
Gli uomini cercano più di giustificarsi che di riconoscere il vero stato delle cose.
Visto dalla prospettiva di Dio il nostro punto di vista è il più delle volte mortificante, giacchè egli dichiara che ogni nostra "giustizia è diventata come un abito invecchiato".
Nonostante Dio abbia tracciato molto chiaramente la via della salvezza, l'uomo persiste nel volersi tirare fuori "con i legacci delle proprie scarpe", cioè con i propri mezzi.
Perchè questo?
Vedi, quando Dio creò l'uomo, lo fece perfetto e lo pose in una felice condizione, per lui era una gioia passeggiare nel fresco della sera con il Signore.
Ma dopo il peccato, la natura umana fu avvelenata.
Sedotto dal peccato, l'uomo non è in grado di riconoscere la sua attuale condizione e inutilmente s'immagina di piacere a Dio con le buone opere.
Prima che tu possa piacere a Dio, devi essere "giustificato per la Sua grazia".
Smettila col tuo folle tentativo e comincia ad avere fiducia in Colui che ha detto:
"Venite a me, e io vi darò riposo"!