mercoledì 12 dicembre 2007

Il nostro comportamento


"...in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.
Comportatevi come figli di luce!". (Efesini 5:8)



Il comportamento dell'uomo potrebbe essere definito:
"la finestra dell'anima".
Non è la maniera con cui reagiamo quando abbiamo avuto abbastanza tempo per riflettere riguardo ad una situazione, bensì la maniera in cui lo facciamo quando non abbiamo tempo di pensare, e possiamo dare solo una risposta.
Di solito, le circostanze che si presentano durante un normale giorno di lavoro non ci modellano, tantomeno ci distruggono; ci rivelano semplicemente chi siamo.
Dedichiamo molto tempo ad imparare come reagire; così diventiamo bravi attori ma, quando si presenta qualcosa di inatteso e dobbiamo reagire rapidamente, la nostra 'rappresentazione' è quasi sempre messa da parte e la risposta viene dal nostro intimo.
In passato, William Sangster, fu una figura pubblica molto amata in Inghilterra.
Molti però non sapevano che lui lottasse contro la distrofia muscolare progressiva.
Nonostante la sua malattia avanzasse, lui servì correttamente e con spirito nobile, dimostrando un comportamento positivo e vincente, al punto di essere noto in tutto il mondo di lingua inglese per ciò che lui definì:
"I miei 4 propositi"
- Non mi lamenterò mai;
- Farò splendere sempre la mia luce;
- Testimonierò delle mie benedizioni;
- Trasformerò le mie perdite in profitti.
Qualcuno ha detto:
"Sono convinto che il 10% della vita è ciò che mi accade, ma il 90% è come reagisco io a tutto questo".
Siamo responsabili del nostro comportamento!

martedì 11 dicembre 2007

Ama la vita


"Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". (Giovanni 14:6)



Ama la vita, goditi quello che ti offre;
non lasciarti abbattere dai dispiaceri.
Lascia che l'amore bussi alla tua porta
non negargli l'opportunità di coprirti l'anima.
Chi dice che la vita è facile?
E' difficile, perchè a volte vivi momenti di gioia o di tristezza,
ma sappi che, dopo il temporale viene la quiete...
Se oggi ti senti depresso, ti comprendo,
ma non lasciarti soffocare dalle grandi pene.
Osserva per te la vita come passa,
ed abbi fede in ogni situazione,
per qualunque cosa succeda...
Se oggi piangi, lascia scorrere ogni lacrima,
non avere vergogna di farlo
solo sfogando le tue sofferenze,
ti scende la pace nel cuore.
Ama la vita, apprezza le cose belle e le brutte.
Impara a stimare l'amore che ci circonda,
perchè ci saranno sempre persone che ti amano,
solo che non ce ne rendiamo conto.
Se oggi qualcuno bussa alla tua porta,
non chiudere la porta all'amore e all'amicizia,
sono sentimenti con un valore infinito
che nienete e nessuno può comprare.
Ama la vita, impara a viverla con i suoi alti e bassi,
abbiamo una sola vita, e bisogna imparare a stimarla...
Siamo benedetti a stare qui nel mondo in cui viviamo
con un proposito ed una nuova speranza...
Ama la vita, amala ogni istante...
Ama Gesù: la Vera Vita!

domenica 9 dicembre 2007

I due fratelli


Il Signor Gesù disse: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere". (Atti 20:35)



Due fratelli, uno di cinque anni e l'altro di dieci, vestiti di stracci, continuavano a chiedere un pò di cibo per le case della strada che circondava la collina.
Erano affamati, ma non riuscirono ad ottenere niente, i loro tentativi frustanti li rattistavano.
Finalmente, una signora diede loro una bottiglia di latte.
Che festa per i due bambini!
Allora si sedettero sul marciapiede, e il più piccolo disse a quello di dieci anni:
"Tu sei il maggiore, bevi per primo..."
e lo guardava coi suoi denti bianchi, con la bocca mezza aperta.
Il grande si portò la bottiglia alla bocca e, facendo finta di bere, stringeva le labbra per non far entrare nemmeno una sola goccia di latte.
Poi passò la bottiglia al fratellino che, dando un sorso, esclamò:
"Com'è saporito!".
Poi fu di nuovo il turno del maggiore.
Anche questa volta si portò la bottiglia alla bocca, ormai già quasi mezza vuota, ma non bevve niente.
E fecero così finchè il latte non finì.
A quel punto il fratello maggiore, benchè con lo stomaco vuoto ma col cuore traboccante di gioia, cominciò a cantare e a danzare.
Saltava con la semplicità di chi non fa niente di straordinario, o ancora meglio, con la semplicità di chi è abituato a fare cose straordinarie senza dargli importanza.
Noi che viviamo in un mondo di agiatezze, possiamo imparare una grande lezione da quel ragazzo:
"Chi dà è più felice di chi riceve".

sabato 8 dicembre 2007

La casa dei mille cagnolini


"Perchè quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinchè egli sia il primogenito tra molti fratelli". (Romani 8:29)



Tempo fa, in un paese piccolo e lontano, c'era una casa abbandonata.
Un giorno, un cagnolino, cercando rifugio dal sole, entrò in quella casa, e una volta dentro arrivò in una stanza dove c'erano mille cagnolini.
Contento di vedere tanti amici, rizzò le orecchie e scodinzolò felice, e tutti i cagnolini fecero come lui.
Quando uscì dalla casa pensò:
"Tornerò spesso qui, ci sono tanti cagnolini felici come me, che bel posto!".
Poco dopo, un'altro cagnolino randagio entrò nella stessa casa, ma a differenza dell'altro cagnolino, vedendo gli altri mille cagnolini, si sentì minacciato poichè lo stavano fissando in maniera aggressiva.
Cominciò a ringhiare ed abbaiare, e tutti i mille cagnolini, fecero lo stesso; allora scappò via di corsa e disse fra sè e sè :
"Che posto orribile è questo, non ci tornerò mai più!".
Ovviamente, nessuno dei due cani sapeva leggere, ma fuori al giardino della casa c'era un cartello che diceva:
"Ben venuti alla casa dei mille specchi".
Possiamo paragonare tutti i volti delle persone del mondo a degli specchi che riflettono il nostro volto.
Perciò, siamo noi a decidere quale volto vogliamo che gli altri portino, e a seconda del volto che noi mostriamo, tale volto vedremo riflesso negli altri.
Il riflesso dei nostri gesti e delle nostre azioni è quello che proiettiamo agli altri.
Siamo responsabili del volto che portiamo:
se portiamo allegria, gioia di vivere e bontà, ci sarà restituita allo stesso modo.
Se portiamo tristezza, paura, cattiveria... anche queste ci saranno restituite.

venerdì 7 dicembre 2007

La scala


"Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinchè vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli".



Un falegname si recava tutti i giorni sulla montagna per pregare.
Un giorno decise di costruirsi una scala per poter salire più velocemente, in modo da poter poi guadagnare tempo da dedicare a Dio.
Mentre costruiva la scala, passò di lì un vicino che gli chiese:
"Mi daresti una piccola parte della tua scala, a casa non ho un tavolo e ne vorrei almeno uno piccolo per i bambini?"
Il falegname rimase un pò perplesso, ma poi gliene diede un pezzo.
Il vicino lo ringraziò ed andò via contento.
Dopo un pò venne un'altra persona e gli spiegò:
"Se mi regali alcuni scalini, posso riscaldare per una sera i miei figli".
Senza indugiare, il falegname glieli regalò.
Così l'uomo tornò a casa contento, e il falegname continuò a lavorare alla sua opera.
Poi passò di lì una povera donna che gli chiese:
"Mi regaleresti un pò di legna, così potrò riparare parte del tetto che è rimasta danneggiata durante un forte temporale?".
Il buon falegname senza pensarci due volte, gliene diede un bel pò, e la donna si allontanò contenta e grata.
In quel duro tempo di freddo e fame, in molti andarono da quel buon falegname.
Quando una sera tornò a casa, l'uomo disse alla moglie:
"Ho costruito questa scala per essere più vicino a Dio".
La moglie lo interruppe:
"Non capisco, lavori ogni giorno per costruirla, ma a fine giornata è come se non avessi fatto niente.
Ma perchè regali i pezzi?"
Con gli occhi che gli brillavano, il falegname rispose:
"Cara è vero, la mia scala è sempre più piccola, ma ogni giorno mi sento sempre più vicino al cielo!".

La mezza coperta


"Onora tuo padre e tua madre, affinchè i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio ti dà". (Esodo 20:12)



Rocco, ormai vedovo e avanti nell'età, viveva da solo coi suoi ricordi.
Per tutta la vita aveva lavorato duramente per portare avanti la famiglia, e il suo più gran desiderio era stato quello di vedere il figlio diventare un uomo onesto.
Nella sua vecchiaia, Rocco sperava che il figlio, brillante professionista, gli offrisse il suo appoggio e comprensione; invece, vedeva che i giorni passavano e il figlio lo andava a trovare sempre più di rado.
Allora, per la prima volta in vita sua, decise di chiedere un favore al figlio; lo pregò di accoglierlo a vivere a casa sua.
Il figlio non ne fu molto contento e trovò varie scuse fra cui quella che non aveva posto.
Ma il padre disse che non avrebbe dato fastidio e che avrebbe dormito benissimo anche in veranda.
Non avendo altre scuse, chiamò Luis, suo figlio di 12 anni, e gli chiese di portare al nonno una coperta per potersi riparare dal freddo mentre avrebbe dormito in veranda.
Luis andò a prendere la coperta, ma prese anche delle forbici.
Poi, tagliata in due la coperta, ne diede una parte al nonno e teneva l'altra in mano.
-Cosa hai fatto Luis?
Perchè hai tagliato in due la coperta del nonno?
-Sai papà, stavo pensando di conservare questa mezza coperta.
Forse un giorno, quando sarai vecchio, verrai a stare a casa mia, perciò potresti averne bisogno anche tu per dormire nella mia veranda...

martedì 4 dicembre 2007

La pace perfetta


"Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi".



C'era una volta un re che avrebbe offerto un gran premio all'artista che sarebbe riuscito a captare in una pittura la pace perfetta.
Molti artisti tentarono, e il re osservò ed ammirò tutte le pitture; però ci furono solamente due quadri che a lui piacquero realmente e dovette scegliere tra essi.
Il primo rappresentava un lago molto tranquillo, uno specchio perfetto dove si riflettevano alcune piacevoli montagne che lo circondavano.
Su di esse spiccava un cielo molto azzurro con tenui nuvole bianche.
Tutti coloro che videro quel quadro pensarono che riflettesse la pace perfetta.
Anche il secondo quadro raffigurava delle montagne.
Queste però erano coperte da un cielo furioso, dal quale cadeva un impetuoso acquazzone con lampi e tuoni.
Sotto la montagna sembrava rimbombare uno schiumoso torrente d'acqua.
Il tutto non si rivelava per niente la cosa più pacifica.
Eppure, quando il re l'osservò accuratamente, notò dietro la cascata un delicato arbusto che spuntava da una fessura nella roccia.
Su quell'arbusto, dietro la cascata imponente e rumorosa, era appoggiato un nido nel quale cinquettava placido un uccellino.
Il re scelse il secondo quadro, spiegando che:
"Pace non significa stare in un posto senza rumori, senza problemi.
Pace significa che, malgrado tutto, restiamo calmi nel nostro cuore".
E' proprio così!
E' questo il vero significato della pace; ma quel genere di pace solo Dio può darla!

lunedì 3 dicembre 2007

La larga gola del boa


"Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo". (2 Corinzi 11:3)



Brian Heptinstall disse a Tim, suo figlio di due anni :
"Gioca qui nel cortile, e non t'allontanare!".
Era una bella giornata calda, e nella giungla di Choma, Zambia, Africa c'era una strana quiete.
All'improvviso Brian notò l'assenza del bambino.
Subito corse a cercarlo nella giungla e , quello che vide lì, lo paralizzò; un boa costrittore lungo più di tre metri si stava divorando il piccolo.
Il padre, armatosi d'ascia, riuscì ad ammazzare il serpente e a riscattare suo figlio.
Il bambino soffrì alcune fratture, oltre ad un grande spavento ma, grazie a Dio, era vivo.
Dev'essere proprio un'esperienza orribile sentirsi inghiottiti vivi da un mostro di quella natura.
Ma cosa dire di altri mostri, altri serpenti, come ad esempio:
la droga, l'immoralità, il libertinaggio, ecc.. , mostri che stanno divorando tanti ragazzi, a volte davanti agli occhi e all'indifferenza di molti, e talvolta addirittura con la complicità dei propri genitori?
Se i genitori non esercitano una vigilanza costante, sapiente ed amorevole, verrà il giorno in cui, quando meno se l'aspettano, i propri figli ne saranno inquinati.
Bisogna vigilare e trasmettere ai nostri figli una forte e solida convinzione morale, convinzione che si può ottenere soltando quando Cristo è il Signore della nostra vita.
Lui vuole essere il nostro Salvatore, e soltanto Cristo potrà salvarci da qualunque
"boa costrittore".

domenica 2 dicembre 2007

Qualcuno ti capisce


"Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale... svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini". (Filippesi 2:5,7)



Una mattina un uomo inchiodò ad un albero un annuncio che diceva:
"Vendo cuccioli di razza".
Non finì di mettere l'annuncio, che una timida voce gli disse che voleva comprare uno dei cuccioli e se bastavano le monete che gli mostrava.
"Certamente!" rispose l'uomo.
Arrivando al suo giardino, l'uomo fischiò e i cuccioli, con la loro mamma, uscirono correndo verso l'uomo.
Che gioia incontenibile fu per quel bambino, attorniato dai cuccioli che volevano giocare.
Ma il bambino si rese conto che un altro cucciolo stava arrivando, voleva raggiungere il gruppo e lo faceva con tanta fatica, perchè gli mancava una zampa.
"Voglio quello!", disse il bambino.
L'uomo si inginocchiò accanto al bimbo e gli disse:
"Non ti conviene prenderti questo cucciolo, non potrà mai correre e giocare con te".
Allora il bambino, facendo un passo indietro, si chinò e alzò l'orlo del suo pantalone e mostrò all'uomo la sua gamba ortopedica, con viti che tenevano una scarpa speciale.
Guardando l'uomo il bambino disse:
"Come può vedere nemmeno io posso correre molto bene, quindi il cucciolo avrà bisogno di qualcuno che lo capisca".
Che buon cuore aveva quel bambino!
Fin dall'infanzia la vita gli aveva insegnato ad essere comprensivo con gli altri.
Cari lettori, il mondo è pieno di persone che hanno bisogno di qualcuno che li comprenda.
Dio, il nostro Creatore, lo ha sempre saputo, perciò ci ha inviato Suo Figlio Gesù Cristo, perchè divenisse uomo e così s'identificasse con noi nelle nostre limitazioni umane.
Permise che il Suo corpo fosse maltrattato e inchiodato su una croce, affinchè tutti noi un giorno potessimo avere un corpo completamente sano e glorificato.
Nessuno può capire l'uomo più di Gesù Cristo fattosi uomo.