martedì 18 settembre 2007

La miseria della ricchezza


"Vi lascio la mia pace; vi do la mia pace.
Io non vi do come il mondo dà.
Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti". (Giovanni 14:27)



Li May, una bella ragazza sedicenne di Taipei, Taiwan, aveva avuto tutto dalla vita:
bellezza, ricchezza e benessere.
Suo nonno era stato presidente della Banca di Taiwan, e suo zio un artista di fama.
La ragazza viveva circondata dal lusso e dalla comodità, frequentava le migliori scuole, e disponeva di tutti gli apparati elettronici più all'avanguardia.
I professori la definivano una ragazza molto intelligente.
Tutto ciò però non le servì a molto, infatti la ragazza fu arrestata per furto, spaccio di droga e prostituzione.
Questo non è assolutamente un caso sporadico; ultimamente sentiamo sempre con più frequenza storie simili.
Ciò deve farci riflettere su una cosa:
se la povertà è dannosa e genera ogni forma di male, anche la ricchezza può farlo.
Quindi, il male non è nella ricchezza o nella povertà in sè, bensì nell'uomo che non ha raggiunto una serenità interiore.
Perciò non si tratta di essere ricchi o poveri, ma di uomini in quanto tali e del loro bisogno di pace interiore che, finchè non la trovano, fanno di tutto, anche le cose più assurde, per procurarsela.
Eppure, nel Vangelo, il Signor Gesù ha detto chiaramente che la Sua pace è per chiunque vada a Lui, e la Sua è una pace che il mondo non può dare, una pace che ci riesce a fare andare avanti tranquilli anche nelle difficoltà della vita.

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