mercoledì 28 novembre 2007

Il falegname


"Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; e noi vi esortiamo per amore di Cristo:
Siate riconciliati con Dio". (2Corinzi 5:20)


Due fratelli vivevano in due fattorie adiacenti.
Un giorno ebbero il primo litigio serio in 40 anni di quieto vicinato, di macchinari, lavoro e beni condivisi.
All'improvviso tutto terminò.
Era iniziato tutto con uno scambio di parole amare seguite da settimane di silenzio.
Una mattina, qualcuno bussò alla porta del fratello maggiore, che aprì, e lì davanti a lui c'era un falegname con una cassetta di attrezzi.
"Cerco lavoro per pochi giorni", disse, "forse avete qualche lavoro per me qui, potrei aiutarvi?"
"Si", disse il fratello maggiore, "ho un lavoro per te.
Vedi quella voragine nella fattoria?
L'ha fatta il mio vicino, che in realtà è mio fratello minore.
La scorsa settimana c'era un campo di fiori tra le due fattorie, ma lui ha preso il trattore e ha arato il campo, creando questa grande voragine.
Certamente io non lo tratterò meglio!
Vedi quel legname là?" disse l'uomo al falegname, "Voglio che tu costruisca un recinto così alto, che non mi permetta più di vedere quel posto; gliela farò pagare!"
"Ho capito molto bene la situazione", disse il falegname che si mise al lavoro e lavorò per tutto il giorno misurando, segando e inchiodando.
Al tramonto aveva finito il lavoro e, quando il contadino tornò, non vide nessun recinto, solo un ponte, un ponte che si stendeva da una parte all'altra; un lavoro fatto a opera d'arte!
In quel momento vide suo fratello minore che attraversava di corsa quel ponte a braccia aperte.
Avvicinatosi al fratello maggiore gli disse:
"Hai avuto proprio coraggio a costruire questo ponte dopo quello che ti ho detto e quello che ti ho fatto!"
I due si perdonarono a vicenda e si abbracciarono, poi, voltatosi dietro, videro il falegname prendere la sua cassetta d'attrezzi per andarsene.
"No aspetta!
Resta ancora qualche giorno, ho altri lavori per te", disse il fratello maggiore al falegname.
"Mi piacerebbe restare", rispose il falegname, "ma ho molti altri ponti da costruire".
E tu, come stai spendendo il tuo tempo, stai costruendo ponti o stai erigendo recinti?

martedì 27 novembre 2007

I due lupi


"Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene". (Romani 12 :21)



Un vecchio capo tribù indiano stava parlando ai suoi nipotini riguardo alla vita, e all'importanza di avere sani valori.
Disse loro:
"Dentro di me ci sono come due lupi che litigano; uno è il lupo della malvagità, della paura, dell'ira, dell'invidia, del dolore, del rancore, dell'avarizia, dell'arroganza, del risentimento, dell'inferiorità, delle bugie, dell'orgoglio, della competenza, della superiorità, dell'egocentrismo.
L'altro è il lupo della bontà, della gioia, della pace, dell'amore, della rassicurazione, della serenità, dell'umiltà, della dolcezza, della generosità, della benevolenza, dell'amicizia, della simpatia, della verità, della compassione e della fede.
E sapete, io credo che questa stessa lotta avviene all'interno di ogni essere della terra".
I ragazzi rimasero pensierosi, ed uno di loro domandò al nonno:
"Nonno, quale lupo vincerà?".
Il vecchio capo tribù indiano rispose semplicemente:
"Vincerà il lupo a cui darai da mangiare!".
Caro lettore, che grande verità in questo aneddoto.
E' proprio vero, in ognuno di noi ci sono tutti questi sentimenti, sia belli che brutti; essi sono come delle bestie affamate e , a seconda di chi alimenteremo, l'altro deperirà e morirà.
Tu quale lupo vuoi alimentare e vuoi far crescere dentro di te:
Quello della malvagità, o quello del bene?

lunedì 26 novembre 2007

Salvato da... un inno


"Il Signore è il mio pastore... Qand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perchè tu sei con me". (Salmi 23:1, 4)



Era il 1862, e negli USA imperversava la guerra civile.
Due gruppi nemici si erano ritirati nei rispettivi accampamenti per passare la notte.
Il soldato Ira Sankey, che si trovava di guardia, si distrasse e cominciò a contemplare il maestoso cielo stellato.
Uno dei soldati nemici se ne accorse e preparò il fucile per sparargli.
Sankey, che era credente, alzò gli occhi al cielo e cominciò a cantare:
"Cristo, mio Pastore, guida i passi miei nel Tuo amore; prenditi cura della mia anima, proteggila, oh Salvatore".
Nell'ascoltare quell'inno una sensazione strana s'impadronì dell'uomo.
Conosceva molto bene quella melodia e quelle parole, le aveva sentite da sua madre!
Quando Sankey arrivò alla strofa che dice:
"Tuoi siamo, fedele Amico, sei tu il nostro difensore; proteggi il tuo gregge in questo mondo di peccato", il soldato, commosso, mise da parte l'arma e ascoltò con attenzione fino alla fine.
Finita la guerra, passarono tredici anni, e il soldato conservava il ricordo di quella notte.
Alla Vigilia di Natale del 1875, mentre era in viaggio, sentì le note di quella memorabile melodia.
Quale fu la sorpresa nel vedere che a cantarla era lo stesso uomo di quella notte!
Sankey cantava durante le campagne evangelistiche del famoso Dwight Moody, e quella sera si sentì di cantare il vecchio inno "Cristo , mio Pastore".
Non appena finì di cantare, il veterano gli si avvicinò, si presentò, e gli raccontò come tredici anni prima quell'inno gli avesse impedito di sparargli, salvandogli la vita.
Sankey colse l'occasione per parlargli di Gesù, ed ebbe la gioia di vedere che il suo vecchio nemico diventava suo amico e amico di Dio.

domenica 25 novembre 2007

Guarda verso l'alto


"Alzo gli occhi verso i monti... Da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra". (Salmi 121:1,2)




Se collochi un falco in un recinto di un metro quadrato interamente aperto sopra, il rapace, nonostante la sua abilità per il volo, resterà prigioniero.
Il motivo di ciò è perchè un falco comincia sempre il suo volo con una piccola rincorsa a terra.
Senza spazio per correre, non cercherà neanche di volare, e rimarrà prigioniero per il resto della vita in quel recinto.
Il pipistrello, notevolmente agile in aria, non riesce ad uscire da un posto piano.
Se viene messo in un piano senza appigli, tutto quello che riesce a fare è camminare in modo confuso e doloroso, cercando qualche leggera elevazione dove possa aggrapparsi.
Se un fuco cade dentro ad un fiasco aperto, vi rimane fino alla morte.
Non riesce a vedere l'uscita dall'alto, per questo motivo, insiste nel cercare di uscire dai lati.
Vuole cercarsi una via di fuga dove non esiste, fino a rovinarsi completamente a furia di battersi contro il fondo del fiasco.
Esistono persone che agiscono proprio allo stesso modo e, come i falchi, i pipistrelli o i fuchi, si schiantano ostinatamente contro gli ostacoli, senza percepire che l'uscita è molto vicina, proprio sopra di loro.
Caro lettore, se in qualche momento della tua vita ti troverai in una situazione come quella del falco, del pipistrello o del fuco, chiuso dappertutto nei problemi, senza unn'apparente via d'uscita... guarda verso l'alto, lì ci sarà Dio pronto ad aiutarti!

sabato 24 novembre 2007

Suicidio inutile



"Infatti io sono persuaso che nè morte nè vita nè angeli nè principati nè potenze nè cose presenti nè cose future... potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore". (Romani 8:38,39)



Era il titolo che riportava un giornale locale raccontando una storia più che incredibile, tremendamente tragica.
Un uomo aveva ricevuto la notizia che la moglie e i figli erano morti in un incidente.
L'inaspettata notizia procurò nell'uomo una profonda crisi che lo portò al suicidio immediato.
L'incredibile è che non era stata la sua famiglia a morire in quell'incidente.
Questo fatto ci lascia amarezza e tristezza nel cuore.
Un uomo perbene, che aveva dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro, ricevette una notizia troppo pesante, inaspettata e falsa, e si tolse la vita.
Fu un 'suicidio inutile'.
Nonostante ciò ci domandiamo:
Ma forse c'è qualche suicidio utile?
Possono esserci pure dei suicidi che abbiano alla base una buona ragione, tuttavia, qualunque sia la causa, non sarà mai sufficiente a giustificarlo.
Perchè e per chi può essere utile un suicidio?
Qualcuno dirà:
"E' utile a chi si toglie la vita, perchè scappa dai problemi e dalle sofferenze".
Non c'è niente di più falso di questo argomento:
il suicidio è l'unica cosa che lega le mani a Dio; infatti, Lui può aiutare anche all'ultimo istante chi è disperato.
Il suicida un giorno risusciterà per affrontare il più grande problema:
il suo destino eterno.
No, nessun suicidio è utile, nè all'uomo nè alla famiglia nè alla società.
Ciò che è utile, invece, è il trionfo sulla depressione, sulla disperazione e su ogni idea suicida.
Ciò che è utile, immensamente utile, è la vittoria morale che significa non togliersi la vita, ma cercare in Cristo la soluzione al problema che opprime la tua vita.
Cristo ti può dare la vittoria anche all'ultimo minuto!

venerdì 23 novembre 2007

Bontà ricompensata


"E chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli, perchè è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio". (Matteo 10:42)



Quando il celebre musicista Haydn era bambino, l'organista della cattedrale di Vienna lo chiamò a cantare nel coro, dandogli anche alloggio perchè orfano.
Quando il ragazzo divenne adolescente, e gli avvenne la caratteristica muta della voce dovuta all'età, allora l'organista lo licenziò nel modo più crudele.
Prendendo come scusa una leggera marachella del ragazzo, lo cacciò di casa in una fredda giornata di novembre, alle sette di sera, lasciandolo con un vestito leggero e senza un solo centesimo in tasca.
Affrontando i rischi della strada a quell'ora, e senza nessun mezzo dove poter trovare riparo, si stese su una panchina di pietra, dove passò la notte.
Un suo amico povero, musicista di mestiere, che si chiamava Spengler, la mattina seguente lo trovò e , benchè vivesse insieme a sua moglie in un monolocale, offrì al povero orfano un angolo della sua mansarda, uno sgabello alla sua mensa, un misero letto e una sedia.
Passarono solo pochi anni e Spengler ebbe molto per cui ringraziare Dio per il proprio atto di generosità.
Infatti, Haydn, elevatosi grazie al suo dono musicale, potè ricompensarlo mettendolo come tenore principale nella cappella del principe Sterhazy.
E' proprio vero quello che dichiarò il nostro Signore, cioè che qualunque buona azione, a suo tempo sarà premiata!

mercoledì 21 novembre 2007

La lepre e la tigre


"Ama il tuo prossimo come te stesso". (Galati 5:14)



Un giorno, mentre faceva una passeggiata in montagna, un giovane vide una piccola lepre che portava del cibo ad un'enorme tigre ferita che non poteva muoversi.
Quel fatto l'impressionò tanto che il giorno dopo tornò nello stesso posto per vedere se il comportamento della lepre fosse stato casuale o abituale.
Con enorme sorpesa potè verificare che la scena si ripetè:
la lepre lasciò vicino alla tigre un buon pezzo di carne.
Passarono i giorni, e la scena continuò a ripetersi, finchè la tigre non recuperò le forze e potè ricominciare a procurarsi da mangiare da sola.
Stupito per la solidarietà e cooperazione tra gli animali, il giovane pensò:
"Se gli animali, creature inferiori a noi uomini, sono capaci di aiutarsi in questo modo, molto più lo faremo noi", e decise di fare l'esperienza.
Si gettò a terra simulando di essere ferito, e si mise ad aspettare che passasse qualcuno in suo aiuto.
Passarono le ore, scese la notte, ma nessuno gli si avvicinò.
Stette così anche per tutto il giorno successivo e, mentre andava via ancora più deluso, sentì con chiarezza dentro di sè una bella voce che diceva:
"Se vuoi continuare a credere nell'umanità, se vuoi vedere i tuoi simili come fratelli, smettila di fare la tigre e agisci semplicemente come la lepre!"
Se anche noi vogliamo vedere i nostri simili come fratelli, allora dobbiamo mettere in atto il comandamento di Gesù di amare il nostro prossimo come noi stessi.

martedì 20 novembre 2007

L'amore di Dio nella mano


"Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo:
che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi". (Romani 5:8)

"Cristo offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio". (Ebrei 9:14)



Un giorno un mio amico ateo mi disse:
"Voi cristiani parlate tanto dell'amore di Dio.
Se quest'amore veramente esiste, allora mostramelo!"
"Ma.. amico mio, hai l'amore di Dio proprio nella tua mano e non te ne accorgi?", gli risposi.
"Se la guardi bene, se studi com'è formata, se pensi a quanto ti sia utile, vedrai in lei la provvidenza dell'amore del tuo Creatore!"
Si, l'amore di Dio è visibile nel creato, lo si scorge in un fiore quando emana tutto il suo profumo, in un ruscello e nella freschezza delle sue acque, nelle montagne con le loro vette imponenti, nel sorriso di un bambino, nel sole quando splende, in un tramonto, e... l'elenco andrebbe avanti ancora per molto.
Tuttavia, più di tutto, l'amore di Dio lo abbiamo visto quando duemila anni fa ha mandato sulla terra il suo unigenito figlio Cristo Gesù a morire per noi.
A causa del nostro peccato eravamo destinati alla morte e all'inferno, e non c'era speranza per noi; ma Gesù, puro d'ogni colpa, si è voluto offrire al posto nostro ed è morto per noi sulla croce del Golgota.
Caro amico, se Gesù non è ancora il tuo Signore e Salvatore, accettalo oggi stesso nella tua vita, aprigli il cuore, e Lui ti darà l'amore, la pace e la gioia, che non ti faranno avere più dubbi sul suo amore!

venerdì 16 novembre 2007

Il fiore


"La donna saggia costruisce la sua casa, ma la stolta l'abbatte con le proprie mani".



Una ragazza molto ricca aveva di tutto:
un marito meraviglioso, dei figli perfetti, un impiego che le dava grosse soddisfazioni, una famiglia unita.
La cosa strana era che non riusciva a conciliare tutto; infatti, il lavoro e le faccende la occupavano tutto il tempo e la sua vita era sempre deficitaria in alcune aree...
E così, le persone che amava, venivano messe sempre al secondo posto.
Un giorno, suo padre, un uomo molto saggio, le regalò un fiore raro, un esemplare unico al mondo.
Poi le disse:
"Figlia mia, questo fiore ti aiuterà molto, più di quanto tu possa immaginare!
Dovrai solo annaffiarlo e potarlo ogni tanto, ed a volte parlargli un pò.
Vedrai che ti darà un profumo meraviglioso e dei meravigliosi fiori".
La ragazza si emozionò molto, in fin dei conti, il fiore era di una bellezza senza pari.
Purtroppo, dopo un pò, sorsero dei problemi, e il lavoro consumava tutto il suo tempo.
La sua vita, che continuava confusa, non le permetteva di badare al fiore.
Infatti arrivava a casa, guardava il fiore e lo trovava ancora là, non mostrando segni di magrezza o morte; era lì, carino e profumato.
Un giorno, arrivò a casa, ed il fiore era completamente appassito e la sua radice era rinsecchita.
La ragazza pianse molto, e raccontò l'accaduto al padre, che le disse:
"Immaginavo che ciò sarebbe successo, ma non posso darti un'altro fiore come quello, non ne esiste un'altro, era unico, proprio come la tua famiglia".
Prendiamoci cura delle persone che amiamo!
Le benedizioni del Signore sono proprio come quel fiore, Lui ce le dà , ma noi dobbiamo prendercene cura.

Lo scemo del villaggio


"Perchè tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita". (Isaia 43:4)



Si racconta che un gruppo di persone di una piccola cittadina si divertissero con un ragazzo, considerandolo un idiota, e lo definivano "lo scemo del villaggio".
Il ragazzo era un povero infelice, di scarsa intelligenza, che viveva di piccoli lavori ed elemosine.
Quelle persone ogni giorno si divertivano a chiamarlo nel bar dove si riunivano e gli proponevano di scegliere fra due monete, una grande, di 400, ma di poco valore, ed un'altra più piccola, di 2000, ma di maggior valore.
Il ragazzo sceglieva sempre la più grande, quella meno preziosa, e questo era motivo di risate per tutti.
Un certo giorno, uno dei membri del gruppo lo chiamò e gli chiese se non avesse ancora capito che la moneta maggiore valeva di meno, molto di meno della piccola.
Il ragazzo rispose:
- Lo so, non sono tanto sciocco come pensate.
La moneta che io scelgo vale cinque volte meno quella grande, ma il giorno che sceglierò l'altra, il gioco finirà, ed io non guadagnerò più la mia moneta!
Possiamo trarre varie conclusioni a questa piccola storia:
chi sembra idiota, non sempre lo è.
Chi erano i veri idioti?
L'ambizione spesso ci porta a tagliare la nostra fonte di entrate.
La conclusione più interessante però è avere la percezione di stare bene, anche quando gli altri non hanno una buona opinione di noi.
Pertanto, quello che importa non è quello che gli altri pensano di noi, ma, quello che realmente siamo.