lunedì 7 gennaio 2008

Le mani ferme dell'altro


"Il Signore è la mia roccia, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio alto rifugio". (Salmi 18:2)






Miguel Vàsquez, messicano diciassettenne, era trapezista nel circo dei fratelli Ringling.
Quella sera a Tucson, in Arizona, stava per realizzare una prova eccezionale:
il quadruplo salto mortale da dieci metri d'altezza.
Il ragazzo saltò, girò per quattro volte, e andò ad aggrapparsi alle mani ferme si suo fratello Juan fra gli applausi scroscianti del pubblico che riempiva il circo.
"Ciò che più importa nel salto mortale" disse Miguel "sono le mani ferme della persona che afferra il trapezista".
Il salto mortale semplice, doppio, triplo e nel caso di Miguel Vàsquez, quadruplo, è il piatto forte del programma del circo.
Molti trapezisti sono morti tentando il salto triplo o quadruplo, perchè è fondamentale che nel lanciarsi nel vuoto trovino mani ferme a cui aggrapparsi.
La vita di tutti i giorni a volte ci obbliga a fare una specie di salto mortale, spesso ci obbliga a saltare nel vuoto, per un atto di fede o forse di disperazione.
La vita non sempre si presenta serena, ci sono volte in cui si deve fare proprio un salto disperato!
Quello che più importa in quei momenti duri della vita è avere dall'altro lato delle mani ferme, forti e amiche.
Il giorno verrà, perchè è il destino inevitabile di ogni essere umano, in cui dobbiamo fare l'ultimo salto, il salto della morte, quando salteremo da questo mondo all'eternità.
In quel giorno avremo più che mai bisogno di quelle mani ferme, forti, amiche:
le mani di Cristo!
Quelle mani sono ferme perchè non tremarono mai, sono forti perchè sono quelle di un falegname, e sono amiche perchè sono state forate dai chiodi per noi...
Abbiamo bisogno che le mani di Cristo afferrino le nostre in ogni circostanza della vita.

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